di Alessandro Nobis
Anche se questo Atharma è stato pubblicato quasi due anni or sono vale la pena di parlarne in questo inizio di 2017 per il suo valore artistico e per i contenuti musicali. Splendida cantante tunisina trapiantata da molti anni ad Atene, Lamia Bedioui ci accompagna in questo viaggio nella cultura e nella musica mediterranea assieme a Giorgio Vourmas all’oud, kaval, mandolino e voce, Loukia Konstantatou al qanun e voce, Dimitris Chioris alla lira cretese, liuto e voce e Yannis Eustathopoulos alle percussioni.
A parte due composizioni originali, The Dream della stessa Bediuoi e Sea di Konstantatou, il disco presenta come dicevamo brani che identificano alcune delle culture che identificano i luoghi di approdo che il Mediterraneo ha sempre offerto e offre anche oggi ai viaggiatori, nonostante gli approdi in questi tempi cupi purtroppo si differenzino tra luoghi di fuga e luoghi di rifugio e (non sempre) accoglienza. La strumentazione è quella della tradizione ellenica che pervade tutto Atahmra e consente di arrangiare brani provenienti da diverse aree in modo omogeneo ed originale; tra quelli più vicini a noi vi segnalo una bella rivisitazione de I pirati a Palermo con testo di Ignazio Buttitta e musica di Rosa Balistrieri e O’Sarracino della tradizione partenopea, tra gli altri il tradizionale marocchino legato al rito del matrimonio Salouni Aalache con l’introduzione al laud seguito dalla parte cantata e il canto tradizionale greco Kato Stou Valtou. Il libretto ritporta tutti itesti in lingua greca e inglese con i riferimenti etnografici brano per brano; un bel disco, tra i più interessanti per – come già detto – omogeneità sonora, per la bravura degli strumentisti, l’espressiva e duttile voce di Lamia Bedioui che canta negli idioni più diversi e per la vincente scelta del repertorio. E, se avete cinque minuti, guardatevi questo bel video: https://www.youtube.com/watch?v=qjnMM7icBX4
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