di Andrea Del Favero
Vi dobbiamo confessare che, pur stimando da sempre Lino Cannavacciuolo per le sue grandi qualità musicali, non gli abbiamo mai dedicato uno spazio approfondito qui su Folk Bulletin. Facciamo ammenda e vediamo di porvi rimedio.
Dalla sua scheda sappiamo che studia al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, dopo gli inizi con il padre musicista per passione e nella banda dove suona il tamburo. Nel 1981 viene scritturato dalla compagnia di Lucia De Filippo per lo spettacolo La donna è mobile con la regia di Eduardo De Filippo; nello stesso anno inizia una lunga collaborazione con Peppe Barra. Dal 1986 al 1988 partecipa agli spettacoli con la regia di Roberto De Simone Io canto in discanto, Carmina vivianea, Cantata di Natale, Pulcinella di Strawinsky, La gatta cenerentola. Collabora con il compositore Antonio Sinagra per gli spettacoli di Luca De Filippo e nel 1990 partecipa a numerosi concerti con la formazione Media Aetas diretta da Roberto De Simone. A questo punto la sua carriera è ormai decollata e dall’84 al ’96 ha modo di collaborare alle produzioni di Pino Daniele, Claudio Baglioni, Adriano Celentano e Edoardo Bennato. Di nuovo con Peppe Barra darà vita a produzioni discografiche e teatrali: Il borghese gentiluomo, Guerra, Mareamare, Peppe Barra in concerto, La cantata dei Pastori.
Innumerevoli sono poi le collaborazioni con musicisti di diverse provenienze musicali. E’ del 1999 il suo primo CD, Aquadia, che lo vede compositore, arrangiatore ed esecutore. Nel 2002 esce il suo secondo lavoro, Segesta, inserito nella collana Buddha Bar e distribuito in tutto il mondo. Nel 2004 realizza il concerto e CD CaNa, un lavoro commissionato dalla Venice Foundation ispirato agli affreschi dei Pulcinella di Tiepolo. Nel 2005 compone, produce e cura gli arrangiamenti del bellissimo disco Amargura di Elena Ledda. Nello stesso anno lavora alla colonna sonora del lungometraggio Mater Natura per la regia di Massimo Andrei. Nel 2010 pubblica Pausilypon, che letteralmente significa Pausa dalle sofferenze.
Musicista perennemente alla ricerca di nuovi stimoli, con questo nuovo Insight, in uscita in questo primo scorcio dell’anno, vola verso nuove frontiere e vuole offrire uno stimolo per i coreografi di tutto il mondo, un luogo con un suono che rappresenta il viaggio, che è il leit motiv di tutto il progetto; ogni brano racconta uno stato d’animo, un umore diverso. Da qui viene la scelta del nome insight, dettata anche dalla voglia di rendere facile a chi vive fuori dall’Italia la comprensione del progetto.
Nove brani ben scanditi compongono Insight: Beat; Vision; Regrets; Light; Mystorm; Insight; Deep blue sea; The search; Relationships. Oltre al violino del titolare, troviamo anche presenti Gilda Buttà al pianoforte; Federica Vignoni al Violino I; Massimiliano Canneto al Violino II; Riccardo Savinelli alla Viola; Giuseppe Scaglione al Cello; Salvio Vassallo Electronics music.
Un grande lavoro, questo di Cannavacciuolo, che mi fa trovare delle affinità elettive con le ultime uscite discografiche di Zitello o il Cameristico di Tesi e al Solis Strings Quartet: compositori contemporanei, con una profonda conoscenza musicale, che amano le musiche della tradizione popolare e le citano, ma al tempo stesso dichiarano il profondo amore per le grandi scuole musicali italiane del passato. Una sorta di nuova via, molto italiana e decisamente interessante, che sta emergendo. E questo, signori miei, è un disco da ascoltare e centellinare, rimettere dall’inizio più e più volte, per amare i furori dove l’arco di Lino sembra quasi voler dilaniare il violino o quando lo accarezza con gesto romantico, lo trascina in una danza, lo porta verso squarci contemporanei. Quadri sonori che non lasciano indifferenti, stimolano emozioni profonde.
Una grande bellezza!
foto di Alessandra Finelli
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