Ho aperto e inserito sul lettore questo oggetto rotondo e luccicante. Sono curioso. Conosco la ricchezza degli interessi musicali di Fresu (tromba), uno dei nostri jazzisti più conosciuti, il gusto della peripezia di Antonello Salis (fisarmonica e pianoforte) e l’energia della Kocani Orkestar (8 fiati, percussione e voce). So, inoltre, quanto questi musicisti macedoni abbiano sperimentato (sia in questa formazione che in quella di Naat Veliov) generi musicali diversi nella concezione di musiche in perpetuo movimento e di concerti giocati sul sottile filo del piacere e dell’improvvisazione. So tutto questo mentre il Cd comincia a girare nel lettore e comincia a nascere, comunque, la paura di ascoltare la solita world-fusion; quella dove ai suoni di un gruppo “etnico” sono superficialmente aggiunti, quasi sovrapposti, i suoni del musicista famoso di turno.
Poi mentre sul lettore scompare il tempo complessivo del disco e si apprestava a comparire un bel numero uno, capisco che questo non può accadere. Che innanzitutto Kocani e Fresu hanno avuto un anno intero di concerti in comune per maturare e raccogliere materiali per il Cd (live). Poi che la distanza tra le due culture, quella italiana e quella macedone, può essere assolutamente colmata dalla vicinanza degli intenti. Improvvisazione e piacere, insomma, possono essere il legante felice di un progetto nuovo dove tradizione e jazz sono solo un corollario.
Il Cd parte. Una strana e misteriosa introduzione acustica-elettronica risuona insieme alla suspence che provo. Poi la tromba di Fresu, le percussioni e i suoni della brass band balcanica e le striature distanti, ma riconoscibili nello stile, di Salis. Sì, improvvisazione e piacere con un pizzico di mistero dato dalle incursioni elettroniche di Fresu alla Jon Hassel.
Il cd è conforme a quanto mi aspettavo: la Kocani non è solo contorno. E’ anche lei anima del progetto, un progetto in cui dei jazzisti innamorati – e l’atto d’amore per questi suoni è dichiarato nelle note di copertina – cercano di conoscere e di apprendere. In fondo “l’oriente è già qui, da molto tempo e si incontra agli angoli delle strade, ai semafori, in campi brulli e desolati di periferia” e certi ritmi sardi, come si può sentire in Variazioni sul ballo (tradizionale sardo) non sono così distanti, come si potrebbe pensare, da molti ritmi balcanici.
Tiziano Menduto
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