Quarto disco per i Mannish Boys, formidabile supergruppo che sembra evocare i fasti di leggendarie carovane musicali d’altri tempi come il Johnny Otis Show e l’American Folk Blues Festival. Questa all stars blues band ha il graditissimo compito di preservare intatto lo spirito del blues elettroacustico più classico percorrendo con nuove e antiche composizioni i percorsi già tracciati da grandi come Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Elmore James, Sonny Boy Williamson II e T-Bone Walker. La nota rivista Blues Revue scrive che “…non c’è in giro oggigiorno una formazione in cui siano presenti così tanti musicisti di talento…”. Ed in effetti scorrendo le note del booklet (molto bello peraltro) incontriamo quelli che sono considerati tra i migliori musicisti del blues contemporaneo californiano, ma non solo: Bobby Jones, Finis Tasby e Johnny Dyer alle voci, Randy Chortkoff alla voce e all’armonica, Frank “Paris Slim” Goldwasser, Kid Ramos e Kirk “Eli” Fletcher alle chitarre Ronnie James Weber e Tom Leavy al basso e Richard “Big Foot” Innes alla batteria. Numerosi anche gli ospiti di riguardo: Little Sammy Davis armonicista e cantante già alla corte di Levon Helm di The Band, i chitarristi Fred Scribner e Junior Watson (quest’ultimo colonna portante della chitarra blues californiana); gli armonicisti Lynwood Slim e Al Blake, e Fred Kaplan al piano e all’hammond. Il disco contiene ben 17 tracce e sono tanti i brani di grande impatto a partire dall’iniziale These kind of blues che si apre con un insolita chitarra spanish e una tromba di vago sapore felliniano in cui si innesta l’eccellente lavoro di Randy Chortkoff all’armonica acustica. Il brano numero due è figlio diretto di Walkin’ blues e si pregia di una solido drumming e della grande voce di Bobby Jones. Altre canzoni che ci hanno colpito al cuore: Chocolat drop in cui Sonny Boy incontra Howlin’ Wolf grazie nuovamente al ottimo lavoro armonicistico di Chortkoff ; Need my baby riuscito omaggio al grande Walter Horton; Fine lookin’ woman, solido shuffle chicagoano scritto e interpreto da Little Sammy Davis (classe 1928 da Winona, Mississippi); e Figure head in cui spicca un bell’assolo di organo. Nella seconda parte del disco si fanno notare Rude groove, probabilmente il brano più bello di tutto il disco. Si tratta di una rivisitazione del tema di Help me che ospita una splendida performance di Chortkoff alla voce e all’armonica e uno strepitoso assolo di organo. Sul finale del cd ho particolarmente apprezzato Good Times malinconico slow blues cantato da Jonny Dyer e ben supportato dalla splendida armonica di Al Blake e dall’eccellente chitarra di Junior Watson. E la sei corde di Watson fa brillare anche la conclusiva Death Letter Blues commovente omaggio a Son House in cui spicca la voce da brividi di Bobby Jones. Un grande cd, pieno di storia, passione, cuore e anima. In una parola: di buon vecchio blues!
Fabrizio Poggi
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