Vincitore con l’album d’esordio della Targa Tenco, come pure al Premio Città di Recanati, premio MEI come miglior solista nel 2005. Fabrizio De André lo ha indicato come il più bravo tra i cantautori italiani. Roberto Vecchioni ne parla come di un capostipite, uno che non posso nemmeno limitare con il termine di cantautore: è un intellettuale. E Luna Persa, il suo nuovo disco viene da più parti indicato come il miglior disco italiano dell’anno. Stiamo parlando ovviamente di Max Manfredi, cantautore genovese dall’animo eclettico e ispirato.Cominciamo subito dalla fine, dalla ciliegina sulla torta: l’ultima traccia del Cd è La Fiera di Maddalena cantata in coppia proprio con De André e recuperata dall’opera Max del 1994, ormai non più in distribuzione. Curiosa la storia di questo brano, introvabile su disco ma sopravvissuto sul web (dove nulla si crea e nulla va perduto) e accompagnato spesso da curiose ipotesi da chi fosse l’altro a cantare con Faber. Il più accreditato negli anni pare essere diventato Francesco Guccini… Comunque, da sola la bonus track vale l’acquisto.
Ma c’è di più, molto di più in questo Cd: una grande ricchezza poetica e musicale si accompagna di pari passo con l’eccellenza degli arrangiamenti e la cura per la produzione. Oltre alla Staffa, il gruppo storico che accompagna Manfredi da sempre, sia in studio che dal vivo, collaborano alla riuscita del lavoro una quantità incredibile di illustri amici di sempre, personaggi di primo piano della musica d’autore italiana. Il risultato finale è straordinario, coinvolgente fino in fondo. I testi sono, al solito, ispiratissimi e venati dalla sottile ironia che da sempre caratterizza il lavoro di Max, poetici e irriverenti. Gli arrangiamenti dei brani si giovano della grande varietà di idee e stili, dalla freschezza di tanti stimoli diversi. Un disco da avere, anche se fosse il primo di Manfredi, è il suo miglior biglietto da visita.
Mario Giovannini
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