Forse sembrerà esagerato, per un debutto discografico, scomodare parole come “pura poesia”. Eppure sono le prime che ci sono venute in mente ascoltando e riascoltando “Lungu Sonnu”, disco d’esordio del trio romano formato da Peppe Frana (oud, robab, bodhran, lira cretese), Paolo Rossetti Murittu (daf, bodhran, bendir, marranzano, kalimba, campane tibetane, canto armonico, bicchieri e oggetti, voce), Alberto Ferraro (canto e filastrocche). Avendoli intervistati da poco in qualità di vincitori della selezione Centro Italia di Suonare a Folkest 2011, rimandiamo a questa lettura (la trovate nella sezione Argomenti/Interviste) il soddisfacimento di tutte le vostre curiosità riguardo la loro storia e le motivazioni del loro fare musica e concentriamoci sulla qualità del suono d’insieme. Innanzitutto, la varietà degli strumenti –propri e impropri- utilizzati dal trio potrebbe far pensare a un esercizio di stile con tendenze al campionario-dimostrativo, come nelle tradizioni del peggior folk degli ultimi decenni. Niente di più falso: ogni suono ha un senso preciso, una ragion d’essere studiata e voluta, intesa come autoreferente e nello stesso tempo strettamente relativa alle altre timbriche. Il repertorio: eterogeneo, dal Veneto all’impero ottomano, dalla Campania alle nuove composizioni. Una compilation di note e ritmi volutamente cosmici per catturare il consenso dei fruitori di bocca buona? Anche in questo caso, niente di più falso. La filosofia del gruppo ha, al primo posto nella classifica degli imperativi categorici, trovare la poesia che c’è laddove c’è, indipendentemente da latitudini e longitudini, e elaborarla con sincero sentimento per il piacere delle nostre orecchie. Con gusto, stile, originalità. Ci sentiamo di poter scommettere: Cantsilèna sarà uno dei gruppi di punta del folk italiano del secondo decennio di secolo. Chi ben comincia… Contatti: cantsilena@gmail.com
Roberto G. Sacchi
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