Un ricordo fine anni Ottanta, primi anni Novanta: incontriamo Riccardo Tesi al Festival francese “De Bouche à Oreille”, amabilmente chiacchieriamo sulle differenze fra il folk revival italiano e quello francese e Riccardo pronuncia una frase alla quale lì per lì non attribuisco un grande valore: “La differenza più grande sta nella scrittura musicale. Qui loro sono arrivati, noi stiamo partendo adesso. Speriamo di arrivare da qualche parte”. Non so perché, ma questo aforisma mi è rimasto impresso e mi torna molto opportuno per parlarvi di “Madreperla”, ultimo lavoro di questa formazione che ormai vive in perfetta simbiosi con l’organettista pistoiese e ne è, in qualche misura, il “braccio armato” felicemente da 18 anni. Se andate a rileggervi l’intervista di qualche tempo fa (sezione ARGOMENTI/INTERVISTE di www.folkbulletin.com) potrete cominciare a immergervi nella sensibilità e nelle motivazioni che hanno condotto a realizzare questo nuovo album, e quindi non perdiamo tempo e spazio a ripeterci. Resta il fatto che “Madreperla” rappresenta un deciso passo in avanti nel percorso della scrittura musicale di Tesi & Co., del loro suono d’insieme e del piglio decisamente cantautorale che molte tracce del disco presentano, pur riuscendo a non far passare in secondo piano, anche nei brani cantati, il prestigioso ruolo degli strumenti. Di fronte a un così preciso meccanismo compositivo, a un davvero ammirevole dosaggio delle linee musicali, a una professionalità competente e creativa (in due parole, scrittura musicale) qualche critico un po’ superficiale o prevenuto ha parlato di concessione al commerciale, al già sentito in cerca di consenso ed altre amenità che non condividiamo assolutamente. “Madreperla” è il punto d’arrivo provvisorio, è il “da qualche parte” della chiacchierata francese con Riccardo, è il cammino che raggiunge un traguardo, ma non certo (ce lo auguriamo e se lo augurano i nostri sensi) quello definitivo: un traguardo di passaggio, verso nuove felici avventure. E, scusate, se vendere dischi deve essere un delitto, cosa li facciamo a fare? www.materialisonori.com.
Roberto G. Sacchi
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