NOTA BNCD 617, 2008 – FOLK CONTEMPORANEO/ITALIA
Ci sono dischi che nascondono un piccolo tesoro di sorprese. Mashinka è uno di questi. A partire dal titolo , diminutivo russo di Maria, che farebbe presupporre un lavoro imperniato sulla voce della cantante già del Gruppo Folk Internazionale. E invece si tratta di un disco corale, quasi uno spettacolo, di cui la Colegni è interprete sì, ma soprattutto regista. Altra sorpresa, la qualità nei numerosi artisti coinvolti, a partire da Moni Ovadia per arrivare ai Rhapsodija Trio e a Vladimir Denissenkov, da Gianfrancesco Calabrese a Salvatore Majore. Sorprendente anche la confezione, che esce per la collana Block Nota, autentico libro-disco ricco di testi e immagini che aiutano a creare l’atmosfera giusta per l’ascolto. Ultima sorpresa, il repertorio, costituito sì da canzoni che la storia personale e musicale di Maria Colegni ci potrebbe far indicare come prevedibili (Stalingrado degli Stormy Six o l’antimilitarista Gorizia o la popolare La filanda) ma anche La Barcarola di Offenbach o Boum! di Charles Trenet. In Mashinka, la voce di Maria Colegni predilige la fusione con altre voci, maschili e femminili, lasciando il giusto spazio sia ai musicisti che l’accompagnano stabilmente sia ai numerosi ospiti, conferendo quindi al lavoro quella dimensione corale che qualifica il progetto e lo rende dinamico e significativo come altrimenti non avrebbe potuto. Tra i molti meriti del disco, uno in particolare: la riscoperta di Duilio Del Prete, famoso come attore (Amici Miei)ma davvero notevole e misconosciuto come cantautore, del quale Moni Ovadia ci fa ascoltare la tragicomica, grottesca, bellissima L’Isula. Grazie Maria, per averci fatto capire che ci sei ancora, e per averlo fatto in questo modo.
Giacomo Sereni
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