di Gianni Giusti
Abbiamo scaricato questo libro sul nostro Mac per leggercelo con calma, cosa che consigliamo a tutti quanti voi, amanti della chitarra e non. Questo perché in questo libro c’è un’umanità varia che trascende il tecnicismo delle accordature, dei legni dei plettri e delle corde: perché Max Giuliani ha comunque il gusto dell’approccio umano allo strumento musicale e al suo uso, gli piace parlare del musicista e girare intorno alla suapercezione antropolgica del mondo. Ma chi è Max Giuliani?
Per chi non lo conoscesse basti dire cha iniziato lavorando in diverse radio (libere, ome venivano definite allora) negli anni Ottanta, per poi scrivere per riviste cone Late For The Sky , Mescalina e Free Zone, per poi ritorvarsi a fondare una propria piccola cassa editrice. Oltre a continuare una sua strada di scrittura nel campo culturale e filosofico, la chitarra rimane in cima ai suoi desiderata e ai suoi impegni programmatici.
E così ce lo ritroviamo a pubblicare questo volume, con ben trentatre conversazioni con suonatori di chitarra acustica (o folk che dir si voglia), noti e meno noti (con qualche nome che forse noi non avremmo messo e sicuramente qualcuno che non avremmo omesso: questo però fa parte della soggettività della percezione di un’attività umana e pertanto cangiante, non vi è nulla di definitivo nella costruzione di un libro come questo, se non quell’hic et nunc che ne fanno una fotografia di quel particolare momento, stato d’animo e pensiero di chi lo scrive).
Ecco allora le opinioni, le maree di ricordi, le sensazioni, le piccole emozioni, le grandi delusioni di Luigi Grechi De Gregori, Andrea Carpi, Stefano Tonelli, Andro Cecovini, Carlo Montoli, Aldo Navazio, Cati Mattea, Claudio Sanfilippo, Miriam Foresti, Andrea Tarquini, Jackie Perkins, Deborah Kooperman, Giorgio Cordini, Lucio Bardi, Beppe Gambetta, Lino Straulino, Mauro Ferrarese, Max De Bernardi & Veronica Sbergia, Marco Pandolfi, Val Bonetti, Anita Camarella & Davide Facchini, Elli De Mon, Roberto Menabò, Aronne Dell’Oro, Aldo D’Orrico, Franco Morone, Stefano Barbati, Paola Selva, Nicola Cipriani, Davide Mastrangelo, Reno Brandoni.
Dunque la musica diventa un luogo del tutto privo di conflitto. – dice Giuliano nel capitolo riguardante la new age – Non solo: un posto dove si perpetua l’illusione di una certa qual naturalità, che esiste a prescindere dai musicisti (non odora, tutto questo, di un’altra vecchia, stantia scissione, quella fra natura e cultura?) e che si manifesta tanto più quanto essi sono disposti a mettere da parte il proprio ego. Non che questa visione estrema fosse così influente per tutti i chitarristi dell’epoca, prendetela solo come esempio del brodo di coltura nel quale prospera il nuovo mito dell’acusticità. Che, peraltro, parlando di possessori di ego, ne ha tenuti a battesimo un bel po’.
All’inizio questo libro doveva essere un’altra cosa. – spiega ancora l’autore – Avevo cominciato a registrare interviste e testimonianze dirette per ricostruire una storia della chitarra in Italia. Poi, a mano a mano che le trascrivevo, le trovavo così emozionanti, divertenti, illuminanti, che mi dicevo: che spreco usarle solo per ricavarne delle informazioni. Così ho deciso che sarebbe stato un libro di conversazioni sulla chitarra. Le voci degli artisti sono immensamente più interessanti della mia. Piuttosto, se c’era una storia, ho lasciato che emergesse da quelle voci, come una mappa non lineare che prende forma nella successione di tutti quei racconti. ”
Max Giuliani, ovvero anche il coraggio di far delle scelte, sulle quali possiamo concordare o meno, ma rispettiamo: un libro da avere e da leggere fino in fondo. Avercene sempre, di libri così: credetemi!…
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