di Alessandro Nobis
Il raccontare storie, attraverso la radio, la carta stampata, da un palcoscenico (il teatro canzone) e anche perché no davanti ad uno sparuto gruppo di amici è pratica secolare che di recente ha subito un giusto picco di popolarità soprattutto da quando questo fare teatro viene indicato con una parola inglese, storytelling. Si raccontano fatti di cronaca, gesta di personaggi legati a vari aspetti della vita, conosciuti e non conosciuti, si possono dare agli ascoltatori spunti di approfondimento, riportare alla luce sbiaditi ricordi, dare anche una giusta dimensione alle storie ed alle persone di cui si narrano le gesta.
Nicoletta Oscuro, voce recitante e Matteo Sgobino, chitarra e voce hanno scelto di dare vita ad un brillante ed evocativo testo di Alberto Prelli che narra la storia umana e professionale di Assunta Tina Modotti, udinese emigrata giovanissima nel Quarto Mondo e diventata cittadina del mondo.
Convincente, emozionante e per certi versi inedito – molti conoscono di Tina Modotti solo il suo importantissimo lato legato alla fotografia giornalistica – questo lavoro narrato in prima persona ci offre uno spaccato profondamente umano della storia umana, dal suo arrivo con la famiglia a Klagenfurt ed il ritorno a Udine per lavorare in una filanda e poi in un opificio tessile. Poi una nuova emigrazione, in California, a raggiungere il padre con la nave Sirio. Il Messico, gli amori, l’attivismo politico, l’Unione Sovietica, la Spagna anti franchista ed i rapporti con il KGB, le delusioni e le soddisfazioni di una vita vissuta fino in fondo, fino a quel tragico 5 gennaio del ’42 quando fu trovata morta in circostanze sospette.
Tutto questo ed altro Tina ci racconta attraverso la voce di Nicoletta Oscuro e le canzoni interpretate da Matteo Sgobino: Il tragico naufragio della nave Sirio, El gallo Rojo e Gracias a la Vida di Violeta Parra, per cominciare. Un racconto che si ascolta tutto di un fiato, bella idea quella di pubblicarlo.
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