Con Nyx non siamo nel mondo della musica di tradizione e neanche del cosiddetto “folk progressivo”, un’etichetta di genere che generalmente serve egregiamente a descrivere cioè che dal folk parte per arrivare altrove. Il progetto che mi accingo a presentare se non parte dalla musica di tradizione, ha tuttavia elementi che possono interessare il mondo folk. Innanzitutto un’attenzione forte alle sonorità acustiche di strumenti di tradizioni varie: dal piffero appenninico, al marranzano siculo, da strumenti di origine africana ad un numero indefinito di percussioni “etniche” (darabuka, bendir, tabla, gamelan, cimbali tibetani, …). Attenzione che qualche distratto recensore potrebbe far ricadere nel magma diffuso e confuso della World Music.
Un altro elemento è la capacità evocativa e “narrativa” dei brani, la capacità di raccontare in musica, di ricreare e rimandare a ambienti musicali altri, come nel caso dell’arrangiamento al Lamento d’Arianna di Claudio Monteverdi.
Tuttavia l’elemento che giustifica questa mia recensione è un altro ancora: la qualità della scrittura musicale, una scrittura in grado di “citare” reinventandosi continuamente. Di guardarsi indietro per andare avanti.
Qualche informazione sul progetto.
I Dissòi Lògoi è un gruppo fondato da Alberto Morelli e Franco Parravicini, ma a formazione aperta, che già con il nome (Dissòi Lògoi in greco antico significa “discorsi contrastanti”) vuole significare una decisa apertura verso le diverse e possibili influenze stilistiche. Il risultato – come raccontato nella presentazione del progetto – è “una musica assolutamente vietata per le orecchie sedentarie e per chi detesta i meticciati”.
Non è poi difficile spiegare il significato del titolo dell’album, Nyx.
Nyx non è solo l’appellativo dato a uno dei progetti/formazioni dei Dissòi Lògoi, ma anche e specialmente il nome che i greci davano alla notte, intesa sia come momento della giornata che come divinità femminile. E Nyx aveva diversi figli: Hypnos (il Sonno), Oneiroi (i Sogni), Esperidi (ninfe associate al tramonto, alla danza e al canto), Thànatos (la Morte), Moros (la rovina), Moire (le tre tessitrici del destino, conosciute a Roma come le Parche), … Una molteplicità di intenzioni, emozioni, forze diverse e apparentemente opposte che ben descrive un progetto che si muove in una “trasversalità di linguaggi, sensazioni ed emozioni spesso contraddittorie ed ambivalenti”. I “discorsi contrastanti” che segnano il percorso musicale dei Dissòi Lògoi e che intessono anche il nostro contesto sociale e politico attuale.
Il progetto Nyx prevede una formazione base a trio: Franco Parravicini (chitarra elettrica, basso elettrico, …), Alberto Morelli (pianoforte, piffero, sanza, salterio, conchiglie, …) e Federico Sanesi (batteria, tabla, percussioni etniche, …). Una formazione che nel disco si apre ad uno stuolo di collaboratori: Francesco Manzoni, Daniele Sala, Mario Arcari, Marco Bonetti, Alessandro Castelli, Simone Mauri, Patrick Fasiotti, Maurizio Dehò, Dario Carotenuto, Tommaso Bradascio, Roberto Mazza, ….
Il cd – dedicato al compianto Piero Milesi – presenta brani “apparentemente distanti fra loro ma tutti con una matrice umbratile, quasi notturna”, un lavoro che si ascolta con il piacere dell’intelligenza, in relazione al lavoro di arrangiamento, e l’intensità creativa delle sue composizioni. E questo connubio tra testa e cuore è ben rappresentato anche dal riferimento di molti titoli a frasi estrapolate da libri (ad esempio con Grottesco tutto il baraccone) o a titoli di romanzi (La Montagna dell’anima, Madre Notte, L’Approdo, Odissea).
Lo, so, lo so – ripeto – questo disco non è folk, è assolutamente altro. Ma la buona musica non ha etichetta o, meglio, ha tutte le etichette, perché da tutti i generi sa prendere il meglio…
Dario Levanti
Dissoi Logoi – “Nyx” (CD)
AMIRANI RECORDS – AUD04312/AMRN030, 2012
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