PRIME CD 2000
FOLK SONG USA
Diventato con il passare degli anni figura “leggendaria” nell’ambito di quella particolare e colta canzone folk newyorchese Jack Hardy torna tre anni dopo il precedente “The Passing” con questo lucido “Omens” e ancora una volta colpisce nel centro con i suoi testi che si addentrano come una roccia nell’animo umano e con la sua musica sempre pronta ad assorbire stimoli esterni.
Registrato in due notti, in diretta, senza sovraincisioni di sorta “Omens” si porta con sé il sapore di una musica viva, quasi da concerto, dove Hardy e il suo gruppo riescono a calibrare e uniformare i suoni con gusto e con grazia. Con questo disco Hardy sembra voglia fare un bagno indietro nella memoria e nelle origini, e così ad un certo punto nell’album i “fantasmi” dell’Irlanda diventano veri e all’atmosfera di New York si contrappone la magia del mare della penisola di Dingle e lo stesso Jack si trasforma prendendo le sembianze e i caratteri di un vero irish troubador. Si comincia con “Sile na gCloch (Shelia) ” una ballata dalla melodia misteriosa e affascinante con un chorus in gaelico che rimanda alla maestosità e all’eleganza di “West Of Dingle” e ancora il filo continua ad inerpicarsi fra altre canzoni in un lungo itinerario tra melodie che si appiccicano nella memoria. La voce di Hardy è trasandata, secca e impura e sembra faccia fatica a prendere le note quasi stia a contemplarle ed è questa peculiarità che rende affascinate e particolare la sua esecuzione.: basta ascoltarlo in una romantica ballata come “Only One Sky” dalla melodia aperta che si appiccica all’orecchio, per rendersi conto di questo.
E’inutile soffermarsi su altri brani è tutto un disco da ascoltare, contemplare e godere leggendo ovviamente i testi che sono riportati nella curata confezione.
Roberto Menabò
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