TRING TPB120, 1998 – CHITARRA/ITALIA
Viene da Vicenza questo giovane chitarrista, allievo -per quanto ne sappiamo- di Beppe Gambetta, e quindi devoto a quello stile particolare che si chiama flatpicking perché obbliga all’uso del plettro, stile in qualche modo contrapposto al fingerpicking che invece vuole il tocco del dito sulla corda. I chitarristi e i fanatici di chitarra a questo punto avranno già storto il naso per questa spiegazione, sicuramente sommaria e grossolana, ma siamo sempre stati contrati a considerare chitarra, chitarristi e chitarrismi come un mondo a parte. Anche i non fanatici, per parlar chiaro, sarebbe meglio che ogni tanto comprassero qualche bel disco di chitarra, giusto per il piacere di ascoltarlo: e allora qualcosina bisogna pure spiegarglielo!
A proposito di bel disco, questo “Open Space” ci è proprio piaciuto e lo consigliamo a chiunque cerchi in un Cd suoni piacevoli, di lettura immediata ma non banali, freschi e ariosi come il titolo lascia ben intendere. Quel “country” in copertina non condizioni troppo chi acquista: le composizioni di Dalla Vecchia e i traditionals da lui rivisti travalicano decisamente i limiti (angusti?) del genere per lasciar scorrere piacevolmente la fantasia. Quanto Vicenza sia lontana da Nashville lo si capisce, e per fortuna. La voce di Roberto ci ha particolarmente interessato, per la sua timbrica e la capacità di esprimere, offrendo un risultato sempre pieno e rotondo; la sua tecnica non rincorre virtuosismi sterili, ma più che altro tende ad una successione di suoni ben scanditi e funzionali alla trasmissione di emozioni. A differenza di tanti prodotti analoghi, anche di derivazione d’oltreoceano e “benedetti” da autorevoli padrini dell’esoterismo chitarristico, un disco fatto per essere ascoltato dagli altri e non soltanto -in un delirio di autocelebrazione- da chi l’ha pensato, cantato e suonato. Bravo quindi Roberto Dalla Vecchia, che vorremmo vedere suonare di più anche dal vivo, e tutti i suoi compagni di strada in questo “Open Space”, che sono un Martino Coppo assai efficace al mandolino, Stefano Versolato bassista preciso e avvolgente, Bruno Savio e Stefano Olivan cammei di sostanza, e Jan Marra alle seconde voci. Un cenno particolare alla vena compositiva di Dalla Vecchia: crediamo che a osannati folksinger non spiacerebbe poter avere la sua capacità di catturare l’attenzione con naturalezza e senza forzature. Da seguire con molta attenzione: se son rose…
Enrico Lucchesi
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