ANE RECORDS, 2008 – FOLK CONTEMPORANEO/CANZONE D’AUTORE/SCOZIA
Ormai piuttosto famosa in tutto il mondo, non solo come cantante ma anche in qualità di attrice sia di cinema che di teatro, lady McCormack si presenta col solo nome e così quello che abbiamo davanti è il primo disco di Alyth, più acustico del precedente e ancora più curato. Non cambiano, anzi si affinano, le sue qualità: che canti in gaelico o in inglese, le composizioni non sono mai banali né noiosamente “celtiche”. Le tredici tracce, registrate tra Scozia e Irlanda, allineano canzoni d’amore e pensieri interiori, che fanno sorridere e fanno pensare. Alyth si circonda come sempre di musicisti di ottima statura, a partire da Jonny Hardie (chitarra e violino) e Brian McAlpine (piano, tastiere e fisa) che l’hanno aiutata nella produzione. Poi Aidan O’Rourke al violino, Ewen Vernal (Capercaillie) al contrabbasso, Fraser Fifield ai sax e whistle, Gerald Peregrine al violoncello e Noel Eccles alle percussioni.
Alyth è stata in tour in America di supporto ai Chieftains (in primavera) e prima ancora (a gennaio) ha aperto i concerti dei leggendari Moving Hearts, segno dell’indubbia stima di cui gode, prima di tutto, tra i musicisti più affermati.
Sempre sensibile alle tematiche sociali, è in prima file nella battaglia attualmente in corso a difesa delle tradizioni delle isole scozzesi, in particolare per quanto riguarda la produzione del Tweed di Harris, attualmente in pericolo per via dell’insostenibile concorrenza internazionale di altri tessuti ovviamente meno costosi.
Alyth: “Ho avuto la fortuna di vestire Scozzese nella mia copertina. Thistle & Broom (produttori di tweed, nda) stanno facendo qualcosa di veramente importante nella creazione di un marchio d’eccellenza basato sulla sostenibilità e il giusto commercio il cui processo produttivo si svolge interamente entro i confini scozzesi”.
Non credo si tratti di sciovinismo, ma del tentativo di tenere aperta la possibilità di produzioni di qualità, affinché non vengano schiacciate da una globalizzazione che non ha nessun rispetto per le culture, e le capacità, delle piccole comunità.
Gigi Marinoni
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