Quando si seppe di Suzanne Vega a Villa Manin, sembrò quasi un azzardo da parte di Folkest nel portare in Friuli un’artista dai trascorsi famosi, ma lontani nel tempo, e nuovi dischi molto orchestrati mentre in Friuli sarebbe arrivata con solo un chitarrista. Alla fine, tanto di cappello agli organizzatori per aver azzeccato uno dei concerti più belli della trentotottesima edizione del festival (esaltato nelle sonorità anche dalla maestosa cornice all’aperto) e una fortissima tirata d’orecchio a chi non si è fidato e ha fatto scelte diverse dal venire al concerto.
La Vega era stata protagonista di un concerto a Majano nel 1984, ben prima di “Luka” e “Tom’s diner” e, dopo il successo fra ’80 e ’90, se ne erano praticamente perse le tracce. C’era, quindi, curiosità per l’artista di New York, ma è bastato “Fatman and the dancing girl” a fugare ogni dubbio sull’attualità del personaggio: voce, composizione e carisma: tre centri!
Accompagnata dal bravissimo Gerry Leonard (per tanti anni compagno di avventure sonore e co-produttore di David Bowie), ha subito reso omaggio, cilindro in testa, al mito giovanile Marlene Dietrich con “Marlene on the wall”, passando poi all’ultimo cd, “Tales from the Realm of the Queen of Pentacles”, i cui brani “Crac in the wall” e “Jacob and the angel” hanno esaltato Gerry Leonard, tecnico, intelligente e sensibile nel costruire loops e creare sonorità spaziali di grande impatto emotivo. La Vega ha dato spazio anche al nuovo cd, in uscita a ottobre, sulla scrittrice americana Carson McCullers, (cui ha dedicato una piece teatrale, viste le significative affinità tematiche) e ne ha proposto tre brani pregevoli. Finale glorioso con “Luka”, “Tom’s diner” e tre bis, “Calypso”, In Liverpool” e “Rosemary”: tutto splendido!
La voce e i suoni hanno riempito la maestosa e accogliente Piazza Quadra, ma, ancor di più, i cuori degli ascoltatori, alcune centinaia – sempre troppo pochi per la qualità dello spettacolo, anche se in buon numero rispetto ad altri spettacoli svoltisi nella stessa villa – pienamente soddisfatti di ascoltare, in una versione che ha superato per efficacia gli originali discografici, la venti perle che la riservata, ma non timida, Suzanne ha distribuito in una serata riuscita sotto tanti aspetti, compresa la disponibilità dell’artista a incontrare il pubblico al termine del concerto e a soddisfare la richiesta di autografi, fra nuovi cd e storici ellepi.
Marco Miconi
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