C’era una volta… nella zona del Savonese, un gruppo musicale denominato A Brigà, titolare di un buon disco d’esordio (“Sul tempo”) al quale ha fatto seguito un periodo di apparente silenzio artistico. In realtà, in questo lasso di tempo “silenzioso” di cose ne sono accadute parecchie, come per esempio che da un gruppo ne siano nati due: uno che ha mantenuto il nome e l’impostazione decisamente acustica a cui si deve il convincente album “Artemisia-Le Alpi dal Mare”, positivamente recensito in questo sito; e uno che –lavorando su materiale analogo – si spinge in direzione più audace inserendo nei propri arrangiamenti stilemi decisamente più contemporanei: questo è Uribà, e “QB” è il loro disco. Un “quasi esordio”, quindi, se ci si passa il termine… Il repertorio è sostanzialmente quello che nella seconda metà del secolo scorso raccolsero, in più riprese, nell’entroterra savonese gli etnomusicologiAlan Lomax, Giorgio Nataletti, Paul Collaer e Mauro Balma, con l’aggiunta di qualche composizione originale. L’approccio al materiale è quello classico del folk-revival degli anni Ottanta, utilizzato però nella sua fase più diretta, più aperta al folk-rock di impianto anglosassone, con una presenza quasi costante di basso e batteria ma nello stesso tempo con una vocazione decisamente pop nell’esposizione delle parti melodiche, strumentali o vocali che siano. In un primo momento, confessiamo di aver un po’ faticato a identificare un elemento significativamente unificante che ci aiutasse a capire il tratto distintivo di questo lavoro, peraltro molto gradevole e di facile lettura… ma i ripetuti ascolti si sono rivelati fondamentali nell’elaborazione di un giudizio critico sensato e ci hanno guidato verso un’opinione molto positiva. In pratica, è successo quello che nel migliore dei mondi possibile dovrebbe sempre verificarsi quando ci si confronta con un nuovo lavoro discografico: ci siamo progressivamente identificati con il linguaggio musicale degli Uribà, ci siamo sorpresi a fischiettarne le melodie, a assimilarne armonie e ritmi con una singolare naturalezza che ci ha sorpreso. E questo significa, senza ombra di dubbio, che “QB” è un disco riuscito, un obiettivo centrato, un progetto più che sensato. Apprezzabile anche la proposta di timbriche non scontate (ceccola polifonica, piano Rhodes, neolin…) che aiutano a rendere più ricercato il lavoro collettivo di Davide Baglietto, Alessandro Graziano, Davide Bonfante, Federico Fugassa e degli ospiti Liguriani, Walter Rizzo, Marco Fadda, Edmondo Giordano, Marta Giardina. Contatti:
Roberto G. Sacchi
Uribà – “QB” (CD)
FolkClub Ethnosuoni – ES5395, 2012
Lascia un commento