di Gianni Giusti
L’indian joli, che in occitano significa l’indiano bello in occitano), primo lavoro discografico di QuBa Libre.
Nove brani sono composizioni originali, mentre le altre tre contengono melodie tradizionali rielaborate.
Come ci spiegano i membri del gruppo il titolo trova giustificazione nel fatto che lo scottish L’indian joli (il brano che dà il titolo al disco) riprende a mo’ di citazione le note iniziali di una canzoncina infantile di tanti anni fa. Si narra di un nobile personaggio, l’indiano bello, che mostra la sua generosità riuscendo a riportare al cowboy Piero la cavalla che gli era stata rubata da Arturo. L’indiano bello si è poi trasformato in indiano di valle, icona di tutti coloro che, animati dall’amore per le proprie radici e per la natura, resistono e continuano a vivere in montagna, come recita anche la poesia inedita inserita in copertina.
Spingendo un po’ più in là la fantasia – chiosano i nostri – l’indian joli è diventato anche metafora di tutti quegli indiani metropolitani che in pianura, in collina, oppure in riva al mare, continuano nel proprio quotidiano a resistere alle brutture del mondo.
Oltre ai due membri ufficiali del gruppo, che sono Simonetta Baudino alla ghironda e all’organetto e Giuseppe Quattromini alla chitarra e alla fisarmonica, troviamo Riccardo Serra alla batteria e al bodhran; Simone Lombardo al whistle e alla cornamusa; Dino Tron alla cornamusa; Paolo Brizio alle percussioni; Simona Colonna al violoncello; e Fabrizio Carletto al basso.
Un buon disco per gli appassionati di bal folk che potrà piacere anche a che mastichi poco il ballo. Li attendiamo a una seconda prova.
ARTISTA | QUBA LIBRE |
TITOLO | L’INDIAN JOLI |
autoproduzione CD | 2018 |
Giuseppe Quattromini dice
Grazie per la recensione;
ulteriori informazioni sono reperibili sul nostro sito http://lnx.qubalibre.it/wp/