di Felice Colussi
E’ stato presentato lo scorso dicembre al teatro Koreja di Lecce il nuovo album del duo Hasa-Mazzotta, composto dal violoncellista albanese Redi Hasa e dalla cantante salentina Maria Mazzotta.
Per l’occasione sono stati accompagnati da alcuni compagni di note come Vincenzo Grasso al clarinetto, Gaetano Carrozzo al trombone, Andrea Perrone alla tromba, Ovi Venturoso alla grancassa, Dino Donateo al basso tuba, Giorgio Distante alla tromba, Riccardo e Feder Laganà alle percussioni casalinghe.
Il duo HASA-MAZZOTTA nasce nel 2010 dalla fusione tra il suono lirico e introspettivo violoncellista albanese Redi Hasa – che Ludovico Einaudi vuole sempre con sé e che Robert Plant ha chiamato a suonare nel suo ultimo disco – e l’interpretazione luminosa e taumaturgica della cantante Maria Mazzotta – una delle voci protagoniste del rinascimento salentino, nota per il sodalizio con il Canzoniere Grecanico Salentino. Il progetto, che ha esordito nel 2014 c il disco Ura, portando alla luce i legami possibili tra repertori apparentemente lontani, lega potenti note del violoncello di Redi alla leggerezza della voce di Maria permettendo a entra gli artisti di esprimersi totalmente come musicisti, compositori e arrangiatori. Fondamenta rdel epertorio sono le storie delle rispettive terre d’origine, delle genti della Vecchia Europa e migranti di ogni tempo e luogo, che Maria e Redi interpretano e ripropongono secondo il proprio sentire.
Novilunio è l’inizio di un nuovo capitolo – raccontano Hasa e Mazzotta nella presentazione al CD – il tentativo di cimentarsi nella scrittura e creazione di un nostro linguaggio musicale. Per la realizzazione di questo progetto abbiamo collaborato con grandi musicisti che ci hanno permesso di aprire lo sguardo verso nuove culture e sonorità, come Bijan Chemirani (bendir, daf, zarb, piatti) dall’Iran Mehdi Nassouli (guembri, karkabs, bendir, tarr, voce) dal Marocco. Questo disco è il risultato del nostro sodalizio, nel rispetto delle radici e allo stesso tempo creativo e sperimentale, un’unione simbolica tra l’archetipo della notte e quello della luce.
Prodotto da Alberto Fabris, il disco è stato registrato dal genio fonico di Tim Oliver negli studi della Real World in Inghilterra.
Questa loro seconda fatica presenta otto canzoni inedite, un brano della tradizione albanese e uno di quella pugliese: É tiempu; Aux souvenirs; Capufrisca; Novilunio; 25 trecce; Contine; Woodroom; ‘Cu ti lu dissi; Il mondo di rosso e di blu; Libro d’amore.
Un disco pieno di fascino, da gustare con calma e in prolungati ascolti. Notevole.
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