MUSICALISTA/GREENQUEENMUSIC GQM008, 2009 – REMIX/VALLI OCCITANE
C’è poco da non essere d’accordo per motivi ideologici (quali poi?) e accampare scuse come l’età troppo avanzata per negare l’importanza che ha assunto il remix nella musica contemporanea. Già da alcuni anni, infatti, più di un gruppo italiano aveva inserito nella scaletta del proprio nuovo CD una traccia rimissata (gli stessi Lou Dalfin, ma anche molti altri). Diverso è concepire un intero album collaborando con i migliori manipolatori di suoni esistenti sul mercato, affidandone la direzione artistica alla italianissima Feel Good Production, che sta mietendo successi anche commerciali in ogni dove.
Le regole del gioco sono semplici e chiare: rileggere in chiave remix una selezione dei brani contenuti negli ultimi dischi dei “Delfini”, far andare a briglia sciolta mani, macchine e fantasia e conquistare alla causa occitanista anche una poderosa fetta di pubblico giovanile, sicuramente con le orecchie più avvezze delle nostre ai suoni nuovi che il remix propone. Non ci pare venga commesso alcun delitto di lesa maestà o di offesa al comune senso del pudore. Maggiorenni e vaccinati, Lou Dalfin tracciano una strada nuova, ancora una volta come apripista, e centrano il bersaglio. Non è questione di gusto o di opinioni personali: la qualità, anche nel remix, si sente e in “Remescla” ce n’è tanta. Nei suoni, nel “tiro”, nel gusto contenuto di provocare, di dare un segnale di cambiamento che non è un rinnegare il passato, anzi: è un modo, il migliore, per far capire a tutti che se le radici sono profonde, tutto diventa possibile, senza snaturare, senza demolire, continuando a costruire e ad aprire strade nuove. Strade che hanno coinvolto, in un progetto profondamente occitano, produttori di global vibes di Austria, Taiwan, Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna… Il che, quando Lou Dalfin vennero fondati a Caraglio, in valle Grana, trent’anni fa avrebbe potuto al massimo essere considerato un sogno. Un sogno che oggi è realtà. Grazie al remix, piaccia o non piaccia, si è potuto avverare.
Roberto G. Sacchi
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