Come nel gioco da bambini che tutti abbiamo provato a fare almeno una volta nella vita, “facciamo finta…”.
Facciamo finta che io non conosca il Branco Selvaggio, facciamo finta che io non li abbia mai ascoltati in un loro concerto dal vivo, facciamo finta che io ignori quanta passione animi Ricky Mantoan e i suoi accoliti, facciamo finta che io non sappia che la loro bravura li abbia condotti a esibirsi con i mostri sacri del country-rock, dai Byrds in poi… Tutto ciò premesso, e quindi completamente ignari di tutto, infiliamo il disco nel lettore e ci lasciamo andare al suono dei timbri inconfondibili della pedal steel, della Rickenbaker 12 corde e di tanti altri strumenti che hanno segnato la storia di un genere che ha fatto epoca, suonati con tecnica e cuore e sorretti da una energica sezione ritmica, impreziositi da voci che ti entrano nel sangue, in particolare negli impasti vocali che attualmente non hanno uguali –nel genere- nel nostro Paese. E’ dal 1978 che il Branco porta avanti la propria missione per conto della Buona Musica, e con questo “Ridin’ Again” riafferma la propria volontà di esserci, a pieno diritto. Ascoltandoli e riascoltandoli, senza più giocare a fare finta di non sapere, quello che ti stupisce è l’energia che i quattro dimostrano ancora di avere, la voglia di suonare che scaturisce da ogni nota, il piacere di condividere che si esprime attraverso un contagioso desiderio di divertimento. Tutto come se trentacinque anni non fossero trascorsi, anzi: per certi versi, meglio di sempre. Composizioni assolutamente originali e arrangiamenti il più delle volte essenziali per colpire al cuore senza inutili giri di note. Anche questo è il Branco. Che la cavalcata continui!
Roberto G. Sacchi
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