CNI, 2007 – ITALIA/ MUSICA ROM
Con “Romano ‘Them” il prolifico musicista e accademico romanì segna un altro punto nella sua lotta tenace per il riconoscimento di quel popolo Rom, oggi come in passato perseguitato e capro espiatorio in un’Italia forcaiola, devastata dalla sindrome sicuritaria. Alexian – in formazione di quartetto (canto, fisarmonica, percussioni, contrabbasso, chitarra, bouzouki), con il contributo di alcuni ospiti – è alle prese con un repertorio, in prevalenza non inedito, che esplora la romanipè, dando spazio a memorie, desideri, aspirazioni, spiritualità. La vocalità profonda e scura, il tocco morbido sulla fisarmonica sono il filo conduttore di un album che attraversa l’intimità della storia e della senso musicale delle popolazioni romanì. Apertura con l’incalzante festa ritmica dello strumentale “Alba Balcanica” (di cui il Cd contiene anche la traccia video), impreziosito dalla tromba di Dino Tonelli. Si continua con “Gijem Gijem”, l’inno transnazionale dei Rom. Poi un trittico di preghiere: l’invocazione “Jav maskaral a mend!” (“Vieni fra noi”), che si sviluppa tra swing e inflessioni manouche, “Murdevèle Mèngre” (“Padre Nostro”), l’orazione cristiana musicata e tradotta in romanès, “Gili pro Murdevele”, in cui il canto melismatico incontra il respiro risonante del cymbalom del virtuoso Marian Serban. Si passa ad una toccante la versione di “Khorakhané”, scritta da Fossati e De Andrè, con i fraseggi lirici della fisarmonica e il coro di bimbi dell’Alexian School. Affonda ancora nei territori swing “Risardipé” (“Ricordi di infanzia”), svetta “Pri ni thèm fiddèr” (“Per un mondo migliore”), col pianoforte del coautore Nico Arcieri che, con cadenze prima balcaniche, poi suadenti ed aperte, ed infine sfocianti in un ritmo di tarantella, contrappunta e accompagna il mantice e il canto struggente, quasi recitativo, di Santino. L’essenza gitana primeggia nel successivo “Zefferino, El Pelé!”. Conclude questa raccolta il prismatico e immaginifico “Putradddipè” (“Libertà”), lungo episodio ricco di accensioni improvvisative.
Ciro De Rosa
Lascia un commento