di Gianni Giusti
Una donna anziana apre i racconti cantati di questo disco, sulle parole di Livio Cicalè e di Giuseppe Biagiotti, che furono tra i primi partigiani ad arrivare in montagna.
...con coraggio combattiamo per l`Italia dell`indomani… – sottolinea la voce della staffetta partigiana Nunzia Cavarischia. La sua storia è la prima tra quelle narrate dai Sambene in questo Sentieri partigiani. Un disco fatto di storie popolari, nel quale le Marche sono lo scenario di tutte le canzoni, ed è interessante ascoltarle anche come spunto per approfondire le singole vicende di contadini che giocoforza si son fatti eroi.
Un disco sui partigiani oggi… beh… scelta coraggiosa!
Ma chi sono questi Sambene?
I Sambene mutuano il nome dalla parola in lingua sarda che significa sangue, sangue inteso come sinonimo di passione ed energia, e sono un gruppo con una forte connotazione cantautorale su buone radici folk; un gruppo acustico nel quale hanno un significativo risalto le tre voci presenti: quella maschile di Marco Sonaglia, chitarrista e autore di molti testi e musiche, e quelle femminili di Roberta Sforza e Veronica Vivani. Il gruppo ha preso vita due anni fa all’interno dell’Accademia dei Cantautori di Recanati (Mc), diretta da Lucia Brandoni.
Non è poi un caso che a produrre questo disco sia Michele Gazich, che aiuta il gruppo ad affrontare tutto con il piglio giusto, aggiustando la retorica nelle canzoni e porgendole con rispetto, sottolineando solide passioni, ben contrappuntate dal poetico controcanto del suo violino.
Sfilano quindi nel ricordo le vicende di Elvio e Ivan, di Eraclio Cappannini, di cui viene letto da Giorgio Montanini un brano di una lettera in apertura e chiusura dell`omonimo brano, nel quale la linea del violino si intreccia con le voci di Veronica Vivani, Roberta Sforza e Marco Sonaglia, creando un effetto sospeso e meditativo. Ma risuonano alte anche la storia d`amore di Ruth e Augusto, costretti a spostarsi in montagna per evitare la deportazione in Germania di lei, ebrea (con la chitarra di Marco Sonaglia e la fisarmonica di Emanuele Storti in bella evidenza) e le vite di Achille Barilatti, giustiziato dai nazifascisti, o di Nené Acciaio, la cui storia è raccontata anche dalla voce e dalla chitarra di Marino e Sandro Severini, dei Gang, duo ispiratore dell’impegno musicale e sociale dei Sambene.
Una lunga serie di quadri d’autore dedicati a momenti di vita quotidiana negli anni più bui del Novecento per l’Italia, insanguinata da un’orribile guerra civile, assurta a simbolo della liberazione dal nazifascismo.
Nunzia, la staffetta; Nenè Acciaio; Eraclio Cappannini; Bebi Patrizi; Ruth e Augusto; Elvio e Ivan;Achille Barilatti; Derna Scandali; Erich, lo straniero; Il vento della memoria: questi sono i nomi che ricorrono nel disco, suggestivi nella loronormalità, ben sottolineata dalla produzione di Gazich che dona al gruppo anche parole e musiche sue, mescolate al lavoro e alle idea dei vari componenti del gruppo, particolarmente di .
Un disco che porta in sé un’urgenza di cantare e di raccontare, raffrontando passato e presente. Un disco d’ascoltare tutto d’un fiato, per poi ritornarci su e ragionarci sopra.
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