Betti Zambruno è una voce storica del folk e del jazz italiano, avendo militato e militando in svariate formazioni e fatto parte di innumerevoli progetti. Ma questo, non ce ne voglia Betti, non c’entra molto. Avendo comunque superato l’età della legittima incoscienza, il passato e il presente glorioso della cantante astigiana non valgono come alibi per aver scelto di incidere un disco come “Sguardi”, autentica novità nel panorama italiano, realizzato in compagnia di Piercarlo Cardinali (chitarra e cornamusa) e Gianpiero Malfatto (trombone) con il contrabbasso di Matteo Ravizza in un paio di brani. Ho goduto dell’onore di scrivere le righe di presentazione del Cd, e quindi da me non pretendete sterile obiettività. Questo disco è certamente uno dei più interessanti dell’anno e resta il fatto che sono pronto a sfidare sul piano dialettico chiunque volesse criticarlo negativamente: un disco non certo perfetto ma originale e coraggioso, con la voce di Betti che ha la “grana” giusta per tirar fuori dai suoi brani preferiti l’essenza vitale, per farli vibrare e renderli comunicazione pura fra chi canta e chi ascolta. Già, il repertorio: quanto di più eclettico vi possa venire in mente, dalla tradizione arcaica a Ellington, da Jannacci a Patrick Vaillant… Betti canta di tutto e lo fa bene, e chi la accompagna in questa impresa un po’ folle ci mette del suo per aggiungere perle di non-banalità, che raggiungono l’apice nell’unico strumentale, una bourrée scritta da Cardinali per cornamusa e trombone davvero inconsueta e convincente. Ebbene sì: sono un fan di “Sguardi”, e ne vado fiero. Se avrete il buon gusto di ascoltarlo, lo diverrete anche voi. zambruno@libero.it
Roberto G. Sacchi
Lascia un commento