Les tambours du Bronx sono un’affascinante contraddizione: modernissimi e al contempo antichissimi, espressione della cultura metropolitana e suo rifiuto; ricerca alle radici della musica e quasi negazione di essa. Come i suonatori del Burundi usano il ritmo per comunicare sensazioni e emozioni, e nel ritmo racchiudono praticamente l’intera loro forma d’espressione musicale, che ha quindi forti richiami etnici. Ma poiché vengono dalla città e quindi “cantano” la metropoli, Les tambours non usano strumenti tradizionali come i tronchi d’albero o le pelli d’animale; usano fusti originariamente destinati a contenere petrolio. Come i Kodo giapponesi fanno una musica d’energia, tramite la quale rompono le gabbie del disagio e ricercano la propria liberazione. E con la forza, con la violenza che applicano per colpire questi bidoni sembra che colpiscano direttamente uno dei simboli della civiltà contemporanea (non è forse il petrolio, linfa della civiltà moderna, a condizionare l’Occidente, con le sue variazioni di prezzo?). Ed ancora, la loro musica esprime il disordine metropolitano, ma attenzione, per essere eseguita esige un ordine perfetto, un coordinamento assoluto, una disciplina che altre forme musicali non hanno. Nati come gruppo nei sobborghi di Nevers nel 1987, nel quartiere ferroviario di Varenne-Vauzelles (detto Bronx), Les tambours giungono ora al loro terzo album, intitolato significativamente “Silence”, dopo “Monostress 225 litres” e “Ça sonne pas beau un bidon?”. Undici i brani, firmati da diversi membri del gruppo, ma comunque fortemente omogenei nella forma. In essi ben poco viene aggiunto al suono dei bidoni: alcuni spezzoni di canto e l’intervento di un campionatore. Oltre ad una parte audio, il CD ha anche una parte interattiva, in cui, tramite un programma, si possono comporre brani utilizzando ritmi preregistrati dal gruppo. Album certamente avulso dalla tradizione, e di non facile digeribilità per chi frequenta soprattutto altri lidi musicali, lo segnaliamo per la grande forza che da esso sprigiona e per la sua natura genuinamente popolare (chi lo sa? Magari fra cent’anni questa sarà definita “musica folk metropolitana”).
Marco G. La Viola
Les Tambours du Bronx – “Silence” (CD)
TDB Prod – TDB 9902, 1999
Lascia un commento