Autoproduzione, 2015
E’ sempre un grande piacere scoprire che nei più nascosti angoli del nostro Paese c’è spesso qualcuno che con passione e competenza si occupa dello studio e della valorizzazione delle più svariate forme di cultura popolare. Questo primo disco dei “Suonatori” (questo il significato di Smorfiàcc) ci riporta nelle valli della bergamasca, conosciute soprattutto per il loro passato dedicato alla lavorazione artigianale e produzione di tessuti; ora agli appassionati saranno conosciute anche per il ricco repertorio musicale fatto di canti e di arie “ballabili” tramandate oralmente e miracolosamente sopravvissute all’industrializzazione selvaggia e soprattutto all’avvento di quello strumento di “distrazione di massa” che risponde al nome di televisore. In particolare Vittorio Grisolia (violino, baghet), Fabio Brivio (Baghet) e Giovanni Baronchelli (fisarmonica, baghet) ci accompagnano nella Val Seriana, a Gandino, a Desenzano, a Casnigo, tutte località “passate al setaccio” negli scorsi decenni anche da un altro importante studioso, Valter Biella.
La musica degli Smorfiacc è affascinante, il repertorio – frutto anche di appassionate ricerche personali – è fatto di “ballabili” (polche, mazurke, scotis, monfrine, valzer) vicino all’importante e raro repertorio dei campanari ed a melodie popolari. Il suono è naturale, la musica è suonata con grande perizia ed altrettanto affetto verso le proprie radici, un lavoro che definirei davvero “genuino” nella più nobile accezione di questo aggettivo: basta ascoltare l’arrangiamento che Grisolia ha elaborato per la “Giga Castelli”, raccolta dallo stesso violinista ed appartenente al repertorio dei campanari, o quello scritto da Baronchelli per “Dolce Madonna – Baghèt”, introspettiva melodia da Gandino con a seguire una suonata per baghet raccolta da Valter Biella. Ed infine le tre baghet per il brano finale, “Marcia 16” proveniente da Casnigo.
E se l’evoluzione del gruppo è quella vista alle selezioni di “Suonare a Folkest 2016” tenutesi a Verona – cioè con l’aggiunta della timbrica di un violoncello e di un’efficace voce solista, nella fattispecie Simone Malan e Franco Liloni -, dagli Smorfiacc ne sentiremo delle belle…..
Alessandro Nobis