A.U.94.99.01, 1999 – PIEMONTE/FOLK-ROCK
Nati sei anni orsono dalla collaborazione di musicisti piemontesi di differente estrazione (folk, rock, country), Aluachi rappresenta uno dei tentativi più interessanti nell’ormai piuttosto ampio filone del cosiddetto folk-rock dialettale. La formazione ruota, quanto meno a livello compositivo, attorno al personaggio più esperto, quel Giorgio Delmastro (chitarra acustica, mandolino e seconda voce) che fu componente in tempi ormai lontani di Le Bouvier, Ghimberga, Lun’a Nova e – per un certo periodo – Ciapa Rusa: a lui si deve la quasi totalità di musiche e liriche nelle tracce presenti sul disco (ben 11 su 13). Per i testi è presto detto, in quanto sono tutti interessanti e personali, sospesi come sono tra il surreale e l’ironico; per quel che riguarda la musica, invece, il discorso è più complesso.
A volte pesano un po’ troppo gli stilemi di certo rock progressivo italiano (Banco su tutti), con quella iteratività che ne fece (e presto ne disfece) la fortuna: in tal senso sono un emblema brani come ‘Dansa fo’, dal riff indovinato quanto insistito, la folksong ‘Faruaji’, peraltro resa con un arrangiamento interessante e vagamente countreggiante, comune anche allo strumentale ‘Sonalonga’. Altrove, come ne ‘La pla i plum’ di apertura, la vigorosa sezione ritmica riesce a regalare qualche buona vibrazione; oppure, in brani come ‘La galiverna + Galicoda’, ‘Perigurdino’ e ‘La bun-a sort’, il gruppo si scioglie un po’ di più, sino a rendersi maggiormente assimilabile a sonorità più moderne, che a tratti richiamano certo combat folk à la Lou Dalfin, per non menzionare i ‘soliti’ City Ramblers. Un gruppo senz’altro interessante, che tuttavia dev’essere giudicato pienamente dal vivo, magari dopo una nuova prova discografica, che ne delinei con maggiore decisione la personalità e l’originalità.
Giorgio Bravo
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