C’è uno strumento musicale, uno solo, che può essere definito “costruito con materia viva”. Questo è la voce umana. Non esiste legno pregiato, metallo prezioso o meccanismo perfetto che racchiuda in sé le enormi, uniche potenzialità espressive della voce umana, la sua capacità di emozionare arrivando direttamente al cuore, senza mediazione. Dai tempi del canto gregoriano a quelli dei Manhattan Transfer, in assenza di accompagnamento strumentale o con armonie e ritmiche appena accennate, dalle prime polifonie al “vocalese” più estremo, centinaia di cantanti nei secoli si sono provati a sviluppare a loro modo il tema “Come la costruisco questa polifonia?”, con risultati talvolta rarefatti e intellettualoidi (decisamente autoreferenziali), talaltra immediati e espressamente godibili. “Sonno fortunato” appartiene senza dubbio a questa seconda categoria: che sia per la scelta del repertorio, decisamente opportuna, che sia per la lunga militanza dl alcuni membri del quintetto in formazioni del folk revival dei trascorsi decenni, che sia per qualsivoglia altro motivo, il disco suona che è un piacere, al punto che il vostro recensore, a corto di aggettivi, deve ricorrere a termini inusuali come “smagliante” e “prodigioso” per cercare di rendere merito al debutto discografico dell’ensemble vocale piemontese. Che ci piace pensare sia già al lavoro per regalarci un secondo capitolo di questa saga polifonica vocale che potrebbe intitolarsi, perché no?, “Risveglio propizio”. www.quintettonigra.org
Roberto G. Sacchi
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