A volte la vita ti riserva dei privilegi senza che tu abbia fatto nulla per meritarteli. Savona, primavera inoltrata del 2014, una bella giornata di sole. Dopo aver gustato insieme la farinata e le acciughe ripiene che solo in via Pia si possono mangiare, Fabio Rinaudo –amico da sempre e da sempre leader dei Liguriani- decide di farmi un regalo, ma di quelli speciali, facendomi ascoltare in anteprima assoluta quasi tutto “Stundai”, il nuovo disco dei Liguriani che avrebbe visto la luce soltanto dopo l’estate. Manca ancora qualche ritocco, qualche dubbio è da risolvere, qualche assolo va rifatto ma in sostanza il lavoro c’è e promette molto bene. Già al primo, provvisorio ascolto, si nota con chiarezza che, come nel precedente disco “Suoni dai mondi liguri”, l’equilibrio delle varie timbriche è quasi perfetto e la ricerca di un carattere identitario, di un comune stile espressivo è quasi maniacale ma non forzato. Questo deriva, sicuramente, dalla caratura tecnica degli strumentisti, tutti solisti di gran livello, in grado di tradurre in efficacia ogni loro idea creativa; ma non va sottovalutata nemmeno l’abilità con la quale i Liguriani inseguono, e raggiungono, la rotondità di un suono di immediata fruibilità però mai banale. Ora che il disco è pronto e che il sole di Savona e la farinata di via Pia sono soltanto un ricordo, “Stundai” gira a ripetizione sul mio lettore e nel lettore di chi sia già riuscito a accaparrarselo . Ma già in mezza Europa, grazie alla notorietà internazionale del gruppo ligure, in attesa del disco si fischietta, si sorride, ci si commuove. www.liguriani.it
Roberto G. Sacchi
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