AUTOPRODUZIONE, 2009 – FOLK CONTEMPORANEO/LIGURIA
Da una regione non propriamente molto vivace in termini di uscite discografiche, questa autoproduzione ci presenta il lavoro di un gruppo nuovo per formazione, ma non certo per esperienza (verrebbe da scrivere “militanza”) in quanto alcuni dei suoi componenti hanno anche fatto parte di altre ben più blasonate iniziative musicali, o ne sono tuttora protagonisti. Come si conviene, presentiamoli allora: Marta Giardina (voce), Robert Amyot (cornamuse, clarinetti, voce), Luca Pesenti (violino, mandolino), Davide Baglietto (cornamuse, flauti, percussioni), Alex Raso (chitarra, bouzouki) con la partecipazione di alcuni ospiti, fra i quali spicca il percussionista Marco Fadda. La filosofia di Abrigà è semplice: rivisitare alcune fra le più note canzoni popolari italiane (e non solo italiane) rileggendole in chiave di “bal folk”, talvolta non limitandosi a reinterpretare ma inserendo proprie composizioni “in stile”. Un progetto non certo nuovo come assunto iniziale, ma innovativo per lo spirito con cui l’operazione è stata condotta. Traspare infatti, nelle intenzioni e nei risultati dei cinque, una serenità particolare, un sano divertimento che diventa spesso contagioso pur senza che la produzione musicale ne risulti in qualche modo irrisa o sminuita. Un modo di suonare e amare il folk che istintivamente ce li rende simpatici, oltre un livello tecnico che spazia dal convincente al più che buono. D’altra parte, la presenza di un personaggio come Robert Amyot (Compagnie du Beau Temps e tante altre collaborazioni) non può che essere una garanzia in questo senso. Se non vi infastidiscono titoli come “Don’t Let Me Be Mischapelloise” e “Black Tammurriata”, questo disco fa sicuramente per voi.
Roberto G. Sacch
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