A riconferma che la Smithsonian Folkways non si occupa esclusivamente di ristampare classici della musica folk del passato ecco questo nuovo interessante lavoro da parte di un grande della musica acustica contemporanea: Tony Trischka. Se siete appassionati di banjo suonato ad altissimi livelli questo è un cd che vi piacerà parecchio. Il disco è un doveroso omaggio ai modelli iniziali di Trischka ovvero al Kingston Trio, Pete Seeger, Bill Keith e Don Reno ma anche un riuscito showcase di tutte le direzioni progressive che Tony ha preso in questi anni. E se di questi grandi del banjo c’è ancora traccia nel sound e nello stile di Territory questo nuovo cd ci propone innovativi passaggi molto liberi dal punto di vista melodico ed eseguiti spesso con la tecnica di alternare pollice ed indice della mano destra per suonare più note consecutive sulla stessa corda, una tecnica che permette a Trischka una maggiore libertà nel campo dell’improvvisazione. Tony non è stato né il primo a svolgere un lavoro di rinnovamento sul banjo a 5 corde, né sarà l’ultimo, e già Bela Fleck suo allievo, ne è un segno evidente, quello che è certo è che Trischka si è dimostrato un autentico punto di riferimento per i banjoisti e per tutti quei musicisti appartenenti all’area di coloro che credono nell’evoluzione della musica acustica tradizionale. La sua è infatti una musica che risente molto poco dei limiti abituali dello strumento e del genere, il bluegrass, cui è generalmente confinato, anche se tra le 21 tracce del disco non mancano certo brani dedicati al genere reso celebre da Bill Monroe. Trischka è stato senza ombra di dubbio tra i primi ad attingere a piene mani dal jazz e dal rock per ampliare i confini del proprio strumento, senza porsi falsi pudori e limiti relativi all’uso di sonorità elettro-acustiche. Questo gli ha sicuramente fruttato una buona dose di astio da parte di certi puristi ma anche una crescente stima da parte degli addetti ai lavori e del pubblico non specializzato. Oggi come ieri la sua è una musica che, come raramente succede in questo campo, si fa ascoltare con piacere anche dai non appassionati e che pur non rinnegando le basi del bluegrass e dell’old time, ne è spesso al di fuori per senso di modernità assolutamente positivo e privo di forzature. Probabilmente un purista rabbrividirà all’ascolto degli insoliti breaks strumentali eseguiti da Trischka in brani tradizionali o certe composizioni in cui Tony usa addirittura la tecnica slide, ma tutti gli altri non potranno che apprezzare la sua notevolissima capacità improvvisativa, una capacità che porta il banjo verso una concezione più libera dello strumento al quale oggi proprio grazie al lavoro di musicisti come Trischka vengono riconosciute possibilità espressive ed evocative fino a ieri impensabili. Tanti gli ospiti di prestigio che duettano con lui in Territory: Pete Seeger, Bill Evans, Bill Keith, Mike Seeger e Bruce Molsky.
A completare l’opera un utilissimo booklet di 32 pagine contenente sia la storia dello strumento che tutte le informazioni tecniche riguardanti i brani contenuti nel disco.
Roberto Di Giovanni
Trischka, Tony – “Territory” (CD)
Smitsonian Folways/Egea – SFW CD 40169, 2008
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