Lydia Mendoza è senz’altro la figura femminile più rilevante della musica del confine tra gli Stati Uniti e il Mexico, una tra le primigenie pioniere di quella che verrà poi recepita come border music; indiscutibilmente compartecipe nel conferire (unitamente alla famiglia di un antesignano come Santiago Jimenez Sr) una propria identità alla roots music nortena, sparpagliando nelle cantinas del south Texas, nelle dance-halls, nelle pittoresche feste di paese e di matrimonio, un repertorio di temi tradizionali, di cultura popolare & radici fatte di sentimentali love songs, di boleros, tangos e rancheras, di corridos e una smisurata catasta di canciones scritte sia in prima persona che acquisite dagli anziani incrociati lungo le dissestate strade del sud.
Nata ad Houston il 21 maggio1916 e deceduta il 20 dicembre 2007, la Mendoza cresce in una modesta famiglia di musicisti d’origine messicana, inizia ad appena dodici anni a calcare le scene con i genitori e la sorella nel Cuarteto Carta Blanca. Nella sua duratura carriera Lydia Mendoza ha registrato più di 800 canzoni e 50 albums accompagnata dalla sua chitarra a dodici corde o dalle orchestre mariachi e conjuntos e parecchi dei suoi titoli più rappresentativi li possiamo trovare sul catalogo Arhoolie; tra questi ricordiamo: First Queen of Tejano Music, La Gloria de Texas, Mal Hombre, Vida Mia, La Alondra De La Frontiera.
Ed è sempre la rigorosa e santificata Arhoolie di Chris Strachwitz (Dio lo benedica!) che ci consegna questo album dove la cancioneras de los pobres (così era soprannominata) con la sua voce espressiva e la sua chitarra a dodici corde, accompagnata a volte da un combo conjunto, ci recapita songs che hanno nella loro anima una storia popolare; si tratta di una collezione di brani che vanno dal 1934 al 1982 e che attraversano una pagina della tradizione della frontiera costeggiata dal Rio Grande.
Una menzione all’interessante boocklet che accompagna il CD: 40 pagine con aneddoti, affidabili cenni biografici e testi in spagnolo e inglese… fossero tutti così!
Claudio Giuliani
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