HANNIBAL/RYKODISC – HNCD 1496 – 2005 – REGNO UNITO – FOLK-ROCK
Saremmo tentati, per definire gli Eighteenth day of may, di definirli dei Fairport Convention all’inizio di carriera che hanno bagnato i loro strumenti nelle acque della baia di Frisco. Questo per i timbri che assumono le chitarre e i suoni, che a tratti virano verso atmosfere quasi lisergiche. Ma c’è dell’altro in questo disco, e quindi sarebbe parziale ridurre il tutto a una sorta di acid-folk-rock. C’è infatti qualche vena country, e una robusta iniezione di un certo rock minimalistico (vedi alla voce “Cowboy Junkies”). Ma, e questa è la parte migliore, c’è anche la tradizione, arrangiata secondo i moduli appena descritti, ma mai tradita. Ed infatti si captano subito –e sono i più convincenti- quei brani che appartengono al repertorio folk: “Lady Margaret” e “Flowers of the forest”, a cui aggiungeremmo “Deed I do”, di Jansch. Altrove, si rileva la tendenza all’innamoramento caparbio per alcuni giri melodici, che reiterandosi assumono carattere ipnotico (ma non è anche il rock puro null’altro che la ripetizione di uno schema?). Dodici i brani del disco, che si chiude con un breve pezzo che ci riporta (a causa forse un nostro recente riascolto) alle visionarie atmosfere jeffersoniane di “Blows against the empire”. Disco piacevole, ottimo per divagazioni mentali, ma anche in grado di catturare nelle sue spire sonore l’ascoltatore, “The eighteenth day of may” è il primo album di questo gruppo nato a Londra un paio di anni fa e costituito dalla statunitense (è di New Orleans) Allison Brice (voce, flauto, dulcimer e harmonium), dallo svedese Richard Olson (voce, chitarre, sitar e armonica), da Ben Phillipson (voce, chitarra e mandolino), Alison Cotton (viola), Mark Nicholas (basso, coro e chitarra) e Kal Sabino (batteria, percussioni, autoharp, glockenspiel e cori).
Marco G. La Viola
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