L’oud è un liuto a undici corde e manico corto, fondamentale nel sistema musicale arabo, conosciuto in occidente soprattutto grazie a musicisti come il libanese Rabih Abou Khalil o il berbero Nour Eddine. Negli ultimi decenni la sua timbrica esotica e per certi versi unica ha conquistato importanti spazi creativi nelle musiche prodotte anche sulla sponda settentrionale del Mediterraneo dando vita a un fenomeno che –pur troppo dimensionalmente esiguo per essere definito revival- sicuramente ha fatto guadagnare allo strumento una discreta popolarità anche in Italia. Giocando sulla duttilità timbrica dell’oud e sull’innata propensione dello strumento a suonare in ensemble di medie dimensioni, Elias Nardi con il suo quartetto ha realizzato questo concept-album che per assunto ideologico e genesi creativa ci ricorda i “Quadri di una esposizione” di Mussorgskj-Ravel, laddove ai dipinti figurativo-descrittivi di Viktor Hartmann si sostituiscono come soggetti le carte dei tarocchi. Questa la teoria, che come tutte le teorie quando si parla di musica dice e non dice. “The Tarot Album” è sì un disco che nasce dall’ampio ventre dell’ethnojazz, la cui anatomia prevede la mescolanza di strumenti etnici con strumenti moderni come pianoforte, basso e batteria; è sì un disco capace di creare atmosfere particolari e conseguenti inevitabili emozioni; è sì un disco che funziona perché bastano pochi minuti d’ascolto attento per capirne presupposti e destinazioni, ma queste caratteristiche sono proprie di decine di prodotti discografici che ogni anno vengono pubblicati. E allora, dove sta il pregio di questo album capace di piacerci dal primo contatto? Che è scritto e suonato con il cuore e con la testa, ma attenzione! La testa la trovi dove ti aspetteresti il cuore, e viceversa. Nessuno dei quattro musicisti si ferma al ruolo predestinato (e poi, da chi?), tutti (il leader per primo) si offrono all’ascolto in una veste impropria, traendo dai loro strumenti quelle vibrazioni sonore inattese e sorprendenti che fanno di un disco un disco speciale. Influsso magico del potere dei tarocchi? Può darsi, ma non ci crediamo più di tanto. Capacità di fare ottima musica con eleganza e spirito innovativo? Molto più credibile. Fatelo vostro e non vi pentirete. www.zonedimusica.com
Roberto G. Sacchi
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