FORREST HILL FHME45, 2009 – FOLK CONTEMPORANEO/ARPA CELTICA
Membro fondatore del Whisky Trail, ensemble prototipo ancora in attività del suonare irlandese in Italia, Stefano Corsi è uno dei maggiori solisti italiani di arpa celtica e “Trail for Celtic Harp” è un sincero omaggio al suo prediletto strumento. Una compilazione di composizioni (molte dello stesso Corsi) e traditionals che si apre con il grande classico “Mna na Eirinn” di Sean O’Riada (forse il brano più celebre del primo revival irlandese, quello degli anni Sessanta) e si chiude non certo casualmente con “To Ireland in the coming Times”, poesia-simbolo di William Butler Yeats musicata con intensità e interpretata con sentimento. Non mancano in questo omaggio tributi a O’Carolan (“Planxty Irwin”), e agli stessi Whisky Trail di un tempo (“Fairy Love Song”, tratto da “Miriana” e composta da Corsi insieme a Velemir Dugina, indimenticato violinista del gruppo tragicamente scomparso nel lontano 1983) e di oggi (“There ‘s a woman”, scritta da Corsi con Vieri Bugli). Preciso come sempre sulle corde in metallo, il protagonista di questo disco si esibisce con buoni risultati anche al canto, all’armonica a bocca e all’harmonium, da vero one-man band in grado di caratterizzare con pochi tocchi quell’atmosfera delicata e tendenzialmente malinconica che, però, è capace di avere rapidi e inattesi sussulti, quegli “improvvisi” di energia che fanno amare la musica tradizionale irlandese in tutto il mondo. Un disco intimo e cameristico che per le sue caratteristiche non può trascinare folle oceaniche ma si lascia ascoltare con grande piacevolezza e progressivo coinvolgimento, aiutandoci a trasmigrare in un’altra dimensione, insieme alle farfalle che escono volando dall’arpa, come elegantemente sintetizzato dal disegno di Stephen Alcorn che chiude idealmente il libretto. Un uomo, il suo strumento, tanto amore da comunicare. E scusate se è poco…
Enrico Lucchesi
Lascia un commento