Ennesimo lavoro discografico di questo veterano partito dalla bombarda e presto passato all’organetto diatonico, con cui si è fatto un nome. La classificazione affibbiata qui sopra a “Turbulences” non tragga in inganno: il Castagnari imbracciato da Pennec è quasi onnipresente e in primo piano, ma non si tratta di un lavoro propriamente solista; gli arrangiamenti sono infatti quasi tutti accreditati al quartetto “Pennec” completato da Aurore Berger (arpa), Youenn Landreau (chapman stick e didgeredoo) e Stéphane Barbier (percussioni). Gli ultimi due in special modo danno un contributo decisivo alla particolarità del suono del gruppo sostenendo egregiamente il gioco di Pennec e l’accompagnamento di Berger.
Il programma, quanto mai vario, dà modo a Pennec di esibire praticamente tutti i colpi del suo repertorio: bals à quatre, un minuetto di J.S. Bach, una celebre gavotta di Dan Ar Braz swingante come poche , ronds, kas ha barh, valzer, reel, jig, strathspey, plinn…e ancora, una riedizione di “Malin Plaisir” degli indimenticati Tammles (ex gruppo di Pennec), una composizione in ritmo “aksak” di Y. Landreau, complaintes di area gallo, un paio di composizioni dello stesso Pennec. Il nostro si riposa solo in un’occasione, lasciando spazio a “Luna Llena”, composizione con cui Berger dimostra una certa influenza di Kristen Noguès.
Tutto questo ben di Dio in 12 brani per oltre 52 minuti di musica che non delude.
Luca Pedrone
Pennec, Alain – “Turbulences” (CD)
Keltia Musique – KMCD101, 1999
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