PRIMA RECORDS SID 020, 2008 – BLUEGRASS, OLDTIME, MUSICA TRADIZIONALE/USA
La stampa inglese per descrivere la musica di questa band di bluegrass alternativo ha scritto “…Pensate al rapporto che hanno i Los Lobos con la musica tex mex, i Pogues con quella irlandese e avrete esattamente il senso di ciò che lega i Coal Porters al bluegrass…”. Guidati dall’ex Long Ryder e scrittore di successo Syd Griffin (è da poco uscito l’interessante Million Dollar Bash sull’epopea di Dylan e The Band nel periodo woodstockiano), i Coal Porters fondono la musica roots statunitense (Griffin è nativo del Kentucky ma vive in Inghilterra da anni) con le sonorità del folk celtico dando vita ad un melange musicale sicuramente interessante. Gli intenti della band sono tutti raccolti in questa affermazione del loro chitarrista solista Neil Robert Herd: “Il nostro è il suono che viene fuori quando un gruppo di veterani della scena punk riscopre la propria eredità musicale e si innamora della musica country acustica e delle storie che racconta”. Registrato tra Londra e il Colorado, il disco si avvale della prestigiosa apparizione di un ospite del calibro di Chris Hillman (Byrds, Flying Burrito Brothers, Desert Rose Band). Grande energia, passione e calore pervadono tutto il lavoro ad iniziare da Final wild song dal repertorio dei Long Ryders per continuare con una bella canzone dedicata a Woody Guthrie in cui spicca il bel mandolino di Hillman. Tra le altre interessanti songs vanno sicuramente citate Silver Raven doveroso tributo a Gene Clarke e Butterfly Hearts scritta dalla piccola Esther Mae Griffin di sei anni. Questa canzone avrà l’onore di aprire un progetto discografico benefico a favore dell’infanzia che verrà presto pubblicato in Scozia. Notevole anche la conclusiva e autobiografica A light from the mountains in cui spicca l’ottimo lavoro del violino.
Fabrizio Poggi
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