di Roberto Cernigoj
foto di Federico Sponza
Una serata che si preannunciava ricca, con Veronica Sbergia e Max De Bernardi accompagnati sul palco da bravissimi musicisti come Paolo Ercoli al dobro, Paolo Monesi al mandolino e Dario Polerani al contrabbasso. Max aveva già annunciato che il repertorio presentato allo Spazio Teatro 89 sarebbe stato una novità per gli affezionati amici che da anni seguono il loro percorso musicale.
Effettivamente così è stato. Una scaletta molto apprezzata che ha spaziato fra vari generi e autori interessanti, Woody Guthrie e Hank Williams per citarne qualcuno. La proposta di brani che ormai datano qualche decennio, se non quasi un secolo, è stata come sempre eseguita in una chiave moderna , interpretazioni che danno attualità alle vecchie canzoni degli anni 20/30.
Si tratta della musica americana che a loro più piace e di pezzi classici blues, così come ha detto Max durante la presentazione del concerto, la mamma di tutte le musiche.
Il concerto è iniziato con due brani gospel, Rocks & Gravel, Jesus Met The Woman at the Well. Sul palco Veronica con Dario. Al termine del primo pezzo è salito anche Max. Il pubblico aveva già capito quale sarebbe stato l’andamento della serata e ha cominciato a scaldarsi le mani. Veronica e Max, che amano la musica che propongono, introducono le canzoni spiegandone il significato e descrivendo gli autori che spesso sono sconosciuti al grande pubblico. Come è avvenuto in modo scherzoso per la presentazione di Jake Leg Blues, cantata immediatamente dopo i due gospel iniziali.
A seguire Handyman di Alberta Hunter, Black, Brown & White di Bill Broonzy, una canzone che denunciava l’apartheid.
Menzione particolare per If You Want The Rainbow, scritta da Lee Morse negli anni ’20, la canzone preferita da Veronica fra quelle presentate e cantata non solo con la voce, ma anche col cuore.
E’ la volta di Paolo Monesi a salire sul palco e i quattro propongono Sales Tax del 1934, a tax paid by people when they buy goods or services, equiparabile forse alla nostra IGE (per chi se la ricorda).
Seguono Michigan Water Blues e The Handsome Cabin Boy, una canzone che racchiude un misto di generi americani, afroamericani ed europei. Una ballata con belle sonorità.
Veronica, Paolo e Dario scendono dal palco per lasciare Max solo ad interpretare due belle canzoni : Police Dog e Cocaine Blues , momento interessante per parlare del ruolo della chitarra, in quegli anni 20 e 30 uno strumento molto utilizzato anche perchè facilmente trasportabile.
E’ ora il momento di Paolo Ercoli che sale sul palco col suo fidato dobro. Con lui vengono eseguite le restanti canzoni della scaletta , fra le quali spiccano Union Maid di Woody Guthrie, Alone & Forsaken, un country di Hank Williams e Deportee, ancora di Woody Guthrie, un pezzo molto attuale, canzone dedicata ai braccianti stagionali messicani che, una volta terminato il lavoro, venivano rispediti a forza in patria. A corredo della set list, Peach Picking Time in Georgia di Jimmie Rodgers, Little Sadie di Clarence Ashley, I’LL Never Get Out of this World Alive di Hank Williams, mitico titolo, Non me ne andrò vivo da questo mondo, e poi No Depression in Heaven della Carter Family, una canzone scritta negli anni della grande depressione. Per finire River of Jordan, un gospel dotato di una certa allegria. L’immancabile bis con Let the Midnight Special, una canzone folk tradizionale americana.
Mi è sembrato doveroso proporre tutta la scaletta per sottolineare che i pezzi scelti non sono casuali. Oltre ai contenuti musicali, troviamo quelli a sfondo sociale che caratterizzano ancor più le doti e l’ umanità di questa splendida coppia di artisti. La bellissima cornice del Teatro Spazio 89 ha fatto il resto. E’ giusto ricordare la interessante programmazione musicale che in questa stagione propone , fra le altre , le rassegne Blues, Jazz, Irish che continueranno almeno fino al prossimo mese di marzo e che noi di Folk Bulletin stiamo seguendo, informandovi su tutte le attività.
Di Veronica e Max possiamo solamente scrivere che non ci hanno mai deluso e che sapranno portarci sempre grandi novità arrichendo sempre più il loro repertorio. Per finire una meritatissima citazione per Paolo Monesi, Dario Polerani e Paolo Ercoli, che con la loro classe hanno contribuito a dare un tocco in più alla magia della serata.
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