19 agosto 2012
La diciassettesima edizione dell’Ariano Folkfestival si è conclusa al Folkstage a Piano della Croce con un concertone che ha coinvolto tanto pubblico. Molta gente è venuta per Vola vola vola di Ambrogio Sparagna e l’Orchestra Popolare Italiana con Francesco De Gregori.
In questa entusiasmante serata i musicisti hanno suonato senza economia di energie sotto la guida del maestro concertatore Sparagna che ha instancabilmente diretto l’Orchestra, cantato, suonato l’organetto e saltellato, tutto, spesso, simultaneamente. Serata indimenticabile anche per la bella atmosfera sul palco, ricca di intese e complicità tra gli artisti, arricchita dalla presenza del “principe” De Gregori in splendida forma.
Il concertone si apre in modo incisivo con le terzine dell’Inferno dantesco Nel mezzo del cammin di nostra vita interpretate da De Gregori sui ritmi della pizzica (cercatelo su Youtube nella Notte della Taranta edizione 2005). A seguire brani popolari o di matrice popolare composti da Sparagna, e canzoni di De Gregori arrangiate per l’Orchestra Popolare Italiana, la formazione stabile fondata da Sparagna presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma. I nove, talentuosi musicisti dell’Orchestra suonano strumenti della tradizione e strumenti contemporanei: tamburelli, batteria, contrabbasso, viola, chitarra classica, fiati di tutti i tipi – dal flauto al clarinetto- scacciapensieri, ghironda, violino con tromba, pianoforte, zampogna, a volte scambiandosi i ruoli. Ottavio Saviano, Valentina Ferraiuolo, Diego Micheli, Lucia Cremonesi, Cristiano Califano, Raffaello Simeoni, Erasmo Treglia, Antonello Di Matteo, Antonio Vasta sono i loro nomi, e scusate se è poco!
Il concerto si dipana tra momenti energetici, gioiosi, appassionati e momenti più intimisti in cui gli arrangiamenti valorizzano la voce di De Gregori dall’inconfondibile timbro, raffinato e lieve.
Dopo le terzine dantesche, Sparagna attacca con il repertorio popolare: Canzone pe’ Jacuruzingaru e Pizzichi d’amore. Tra i brani di De Gregori quelli forse un po’ meno noti ma anche più lirici che è bello riscoprire: Sotto le stelle del Messico, il toccante La ragazza e la miniera, Terra e acqua, Ipercarmela, lo splendido Babbo in prigione. La parte vocale viene significativamente arricchita dai virtuosismi di Raffaello Simeoni, artista reatino dalla voce vibrante che si qualifica anche come interprete di alcuni brani tra cui Libera nos a malo di Sparagna. Ancora incalzanti ritmi popolari con Vorrei ballare e Quanno so’ muorte, poi uno dei momenti più emozionanti della serata con De Gregori in San Lorenzo e Stelutis alpinis e, per il finale, Vola vola vola. Ripetuti bis dopo oltre due ore di musica esaltano ancor più il pubblico: tutti a ballare, cantare e zompare esortati dal suono dell’organetto di Sparagna e dalla sua infaticabile band.
L’approccio di De Gregori alla musica popolare ha una lunga storia, considerando il punto di partenza della sua formazione musicale, la frequentazione e gli incroci di percorso, nella sua carriera artistica, con molti dei musicisti che ne hanno tracciato il corso. La collaborazione con Sparagna, etnomusicologo, cantore della musica della tradizione dell’Italia centro- meridionale, neanche è recente e tra i due si percepisce tangibilmente la condivisione ed una totale partecipazione al progetto, nato dall’idea di Sparagna di rivisitare in chiave popolare alcuni brani del cantautore. E in effetti, ascoltando alcune delle canzoni di De Gregori proposte nel concerto in versione popolare, sembra proprio che siano già nate come brani popolari e che questi arrangiamenti le valorizzino.
La registrazione live del concerto all’Auditorium di Roma è diventata un CD a cui hanno contribuito anche Maria Nazionale, gli Amarcanto e il Coro Popolare per oltre 100 complessivi elementi.
“Vola vola vola” ha attraversato quest’estate tutta la penisola e, mai come in questa occasione, abbiamo visto De Gregori, vestito con cappello da marinaio e mocassini bianchi, sorridente e rilassato, divertirsi sul palco.
Nonostante il numero 17 che ha accompagnato questa edizione dell’Ariano Folk Festival (esorcizzato da un significativo gesto scaramantico ritratto sulla T-shirt dell’AFF), nonostante soprattutto i tempi critici che hanno probabilmente fatto dubitare molti della validità della scelta di introdurre i ticket per molti concerti (invero accanto a molti eventi gratuiti), soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori, tra i quali si ricorda il circolo Red Sox che dagli albori organizza il festival, ai quali è stata confermata piena fiducia da parte del pubblico per un percorso che negli anni ha portato l’AFF ad affermarsi come uno dei principali festival di musica popolare del sud Italia per la ricchezza delle proposte, nell’insieme caratterizzate dalla fusione di visioni contemporanee e della tradizione, e dall’indiscutibile qualità.
Carla Visca
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