di Gianni Giusti
Grazie all’esperienza accumulata in ben ventiquattro edizioni della Convention, neppure la più violenta grandinata mai abbattutasi sulla zona di Pieve di Soligo è riuscita ad impedire l’ordinato svolgersi del Guitar International Rendez-vous. Certo, qualche problema è sorto e, ad esempio, il concerto del venerdì sera si è necessariamente svolto nella sala delle conferenze della villa Brandolini ma, grazie a Gianni Quintavalle, lo storico fonico della manifestazione, e ai Soci Operativi dell’A.D.G.P.A., gli artisti hanno potuto esibirsi senza ulteriori intoppo. Anzi, l’ambiente più ristretto ha favorito l’instaurarsi di un rapporto davvero simbiotico tra artisti e spettatori.
Ad aprire la manifestazione è stato Agustin Amigo, un chitarrista molto apprezzato anche per i suoi indovinati arrangiamenti di brani famosi ma che, nell’occasione, ha offerto una prestazione basata quasi esclusivamente su composizioni originali, ricavandone un notevolissimo successo personale. Il merito è di una grande pulizia esecutiva posta al servizio di ritmi coinvolgenti e melodie strutturate e ben marcate.
Conquistato dall’atmosfera a dir poco calorosa, il musicista spagnolo si è cimentato anche in un’improvvisazione incentrata sulla beatlesiana Come Together; improvvisazione alla quale ha partecipato, alternandosi nelle parti soliste, anche Emanuele Grafitti.
In seguito è stato proprio Emanuele a ricevere idealmente il testimone dalle mani di Augustin e a proseguire il concerto. Anche la sua performance è stata entusiasmante, grazie ad una tecnica notevolissima supportata da una conoscenza musicale molto vasta e che può vantare solide fondamenta nell’ambito jazz. Un aspetto della sua proposta artistica particolarmente apprezzato dal pubblico è stato quello rappresentato dall’estrema varietà delle composizioni, una delle quali, Parigi, è stata scritta subito dopo la sua partecipazione al Festival Internazionale di Issoudun dello scorso anno, al quale prese parte come vincitore del contest del Guitar International Rendez-vous.
La seconda parte del concerto del venerdì è stata riservata alla rappresentazione di un condensato della commedia musicale Non c’è luce senza ombra. Ovviamente, dato il contesto, è stato deciso di offrire un estratto della colonna sonora dell’opera teatrale, restringendo al massimo le parti recitate. Nonostante questo, il senso della rappresentazione non si è perso e alcuni passaggi si sono dimostrati davvero coinvolgenti, sia per la qualità delle canzoni, sia per la bravura degli interpreti, tutti particolarmente coinvolti dall’originale contesto musical/narrativo. Nello specifico, si sono esibiti: Alberto Grollo al canto e alla chitarra, l’attrice Margherita Piccin, i cantanti Stefano Dall’Armellina, Claudio Comuzzi e Federica Daniele, i musicisti Rosalba Peruzza, Paolo Callegaro e Piero Brovazzo.
A chiudere degnamente la serata è stato chiamato Vanny Tonon, che è entrato in scena con Roberto Alvisi alla batteria e Giovanni Scarabel al basso. Durante la sua performance ha presentato i brani del suo recente album The Tourist Of Love; album impreziosito dalla prestigiosa partecipazione di Jennifer Batten. Se l’esibizione è stata, come sempre, fluida e grintosa, davvero spettacolare si è rivelato il suo commiato dal pubblico, grazie ad un pezzo suonato in tapping a due mani su due chitarre; una imbracciata normalmente e la seconda distesa sulle gambe. Sono bastate poche note per capire che non si trattava solo di una trovata scenica ma, al contrario, del riuscito tentativo di offrire un arrangiamento di carattere orchestrale caratterizzato da armonizzazioni particolari.
Con l’arrivo del sabato mattina ha avuto luogo l’inaugurazione della dodicesima edizione del Salone della Liuteria; il salone, sponsorizzato da Lengardo Guitars, che quest’anno è stato particolarmente curato ed animato.
La novità più visibile è stata quella della collocazione nelle magnifiche stanze interne della villa Brandolini. La scelta di abbandonare l’usuale ala espositiva ha consentito non solo di aumentare il numero degli espositori, ma, soprattutto, di ospitarli in modo più confortevole, sia in termini di spazio che a livello di temperatura.
Grazie alla preziosa collaborazione di Sergio Calonego, ogni liutaio ha avuto la possibilità di realizzare una prova filmata di un suo strumento e, durante il pomeriggio della domenica, di far ascoltare direttamente al pubblico la voce della sua creazione. Per la prima volta, inoltre, è stato concesso a un artigiano il tempo di un seminario per spiegare approfonditamente il suo metodo di lavoro. Il primo ad usufruire di questa nuova possibilità è stato Ermanno Pasqualato di Weissenbornguitar, che ha affidato i suoi strumenti per la dimostrazione al bravissimo Matteo Bognolo.
A proposito del Salone della Liuteria, non si può non segnalare il fatto che nello stand di Davide Pusiol di Guitarworks spiccava una splendida sei corde con il manico ornato dalla scritta XXIV Convention A.D.G.P.A. in madreperla.
Nella mattinata e nel pomeriggio del sabato si sono svolti anche diversi seminari, tra i quali è da segnalare, per il contenuto didattico, quello di Joaquin Janina e Davide Palladin.
Il tema trattato è stato quello dello sviluppo armonico a partire dal basso. Si è parlato in particolare del ruolo del basso nelle funzioni armoniche e del suo sviluppo, da semplice marcatore delle note fondamentali degli accordi sino alla conquista dell’autonomia melodica. Il tutto riferito a diverse tecniche e stili: Jazz, Fingerstyle, Pop, ecc…
Tra un appuntamento didattico e l’altro non sono mancati gli attesissimi momenti dedicati ai regali.
Una delle caratteristiche più piacevoli della manifestazione, infatti, è rappresentata dalla presenza dell’Angolo degli Sponsor, uno spazio temporale che si ripete alla fine di ogni workshop, durante il quale vengono regalati ai presenti decine e decine di gadget e strumenti messi a disposizione dalla Mogar Music attraverso i marchi Ibanez, Zoom, IK Multimedia ed Ernie Ball, dalla Elixir Strings, da Prina Strumenti di Milano, da Guitars and Basses di Pavia e da Essetipicks.
Quest’anno, in particolare, si sono distribuite chitarre, ukulele, mute di corde, tracolle, cavi, capotasti, cappellini, T-Shirt, etilometri, plettri, tappetini ecc. ecc.
Verso le 17 si è poi svolta la selezione per il Premio Chitarrista emergente A.D.G.P.A. – Banca Prealpi che si è conclusa con la designazione di Paola Selva a terza finalista, in aggiunta ai due chitarristi passati direttamente in finale grazie alle alle votazioni del gruppo di ascolto dell’A.D.G.P.A. basato sul materiale inviato all’associazione durante tutto il corso dell’anno.
Il concerto serale del sabato è iniziato, come previsto, all’aperto, per gentile concessione di un tempo quanto mai variabile. Ad aprirlo sono stati Nunzio Barbieri e Luca Enipeo, i Manomanouche. La loro prestazione è stata in continuo crescendo, dopo un brano di apertura morbido ed elegante, teso a sottolineare la qualità musicale di tutto rispetto ed una particolare attenzione per i contenuti. Il finale, giocato sulle note e il ritmo di Vecchio Frack, è stato quanto mai divertente e coinvolgente .
Dopo di loro è apparso sul palco l’attesissimo Raphael Fays, salutato dal fragoroso applauso di un pubblico animato dalla curiosità di scoprire la scaletta della sua esibizione. Come noto, infatti, Raphael è uno dei pochissimi musicisti in grado di presentarsi indifferentemente come chitarrista classico, jazz o flamenco.
Nell’occasione la scelta è caduta sul flamenco e da subito la sua chitarra ha iniziato a emettere una cascata di note suonate a velocità impressionante. Ai presenti sono davvero bastati pochi istanti per avere la conferma che stavano assistendo alla performance di uno dei massimi interpreti della scena acustica mondiale.
Con un controllo perfetto delle dinamiche e con una precisione inconcepibile in rapporto alla rapidità d’esecuzione, Fays ha eseguito un repertorio quasi totalmente improvvisato di puro stile flamenco ma… suonato con il plettro ! Originalità, innovazione nel rispetto della tradizione e tecnica strabiliante sono le caratteristiche che hanno rappresentato un biglietto da visita unico nel suo genere. Per non farsi mancare niente, al termine dell’esibizione, ha richiamato sul palco i Manomanouche per dare un assaggio anche delle sue capacità nell’ambito dello stile jazz. Lo standard prescelto è stato Sweet Georgia Brown, eseguito con sviluppato con un’accelerazione finale al limite delle possibilità umane.
Dopo un simile tornado era necessario cambiare completamente atmosfera ed a farlo in modo egregio sono stati Vittorio De Scalzi e Andrea Maddalone, rispettivamente il fondatore ed uno dei membri dei mitici New Trolls.
I due hanno cantato e fatto cantare al pubblico non solo i successi storici del gruppo genovese, ma anche diverse composizioni di Fabrizio De André. Non bisogna infatti dimenticare che proprio dalla collaborazione con De André è nato l’indimenticabile album Senza orario, senza bandiera.
Nonostante la formazione ridotta, ogni canzone è stata riproposta al meglio e anzi, l’incrocio delle chitarre di Vittorio e Andrea ha portato alla creazione di un tappeto sonoro ben congegnato e godibilissimo. Il loro commiato con Quella carezza della sera deve però essere stato male interpretato dal cielo perché, proprio mentre stavano salendo sul palco Nicola Oliva e Claudia D’Ulisse, si è scatenata una pesante pioggia battente. Poco male, il pubblico si è subito riparato sotto i portici di Villa Brandolini ed in pochissimo tempo si è provveduto ad allestire la Sala delle conferenze per permettere al duo di esibirsi. L’inconveniente si è così trasformato nell’ennesima suggestione di una serata indimenticabile. A stretto contatto con il pubblico, infatti, Nicola e Claudia si sono divertiti a cantare e suonare ben oltre il tempo preventivato, calorosamente incitati, in questo, dai presenti. Oliva ha così potuto mostrare il ben noto talento musicale, utilizzando in modo magistrale una loop station che gli ha consentito di offrire, di tanto in tanto, un fraseggio solista di rara espressività. Quanto a Claudia, c’è davvero poco (o molto) da dire: la sua voce è potente, cristallina ed impreziosita da un timbro maturo e di estensione amplissima. E’ stato davvero un piacere passare quasi un’ora in loro compagnia, godendo di tutte quelle qualità artistiche che, per comprensibili motivi, quando si esibiscono con la band di Laura Pausini, non possono esprimere compiutamente.
La domenica mattina ha regalato i seminari di Roberto Bettelli e Raphael Fays, mentre il pomeriggio è stato dedicato al Concerto per i liutai, un concerto particolarmente interessante sia per il numero degli artigiani che hanno presentato le loro creazioni, sia per gli artisti che le hanno testate, sia per l’ottima e quanto mai competente conduzione di Maurizio Cuzzolin.
Il concerto serale (l’unico senza il rischio di pioggia) si è tenuto, come sempre, nel chiostro dell’ex Convento di San Francesco di Conegliano.
Davvero appassionante è stato l’inizio, con Gabriele Dusi, Danny Trent e Paola Selva che si sono sfidati per i titolo di Chitarrista emergente 2017; un titolo quanto mai prestigioso per la possibilità che offre di partecipare al Festival Internazionale di Issoudun – Capitale de la Guitare.
Vincerlo è tutt’altro che facile, in considerazione del livello tecnico generale e del gran numero dei partecipanti. Come noto, attraverso l’ascolto del materiale sonoro inviato all’Associazione durante tutto il corso dell’anno, vengono scelti due chitarristi che raggiungono direttamente la finale. Chi non è stato scelto può però presentarsi direttamente a Pieve di Soligo per partecipare a delle selezioni di recupero, che designano il terzo finalista.
La cosa curiosa è che sia l’anno scorso che quest’anno è stato proprio il vincitore delle selezioni di Pieve a conquistare il titolo. E’ successo nel 2016 con Emanuele Grafitti e la cosa si è ripetuta nel 2017 con Paola Selva, incoronata da una giuria formata dai musicisti stranieri che hanno animato il Guitar International Rendez-vous.
Nella pausa dedicata alle premiazioni si è consegnata anche la targa A.D.G.P.A. attestante il titolo di Liutaio dell’anno al giovanissimo Francesco Michelutti, figlio d’arte, avendo come padre e Maestro Carlos Michelutti. E’ questo il coronamento di una bella storia di famiglia, per i cui componenti l’arte della liuteria rappresenta una passione da tramandare con attenzione ed amore.
Il concerto vero e proprio è stato poi aperto dalla coppia di formazione classica composta da Cécile Cardinot e Olivier Bensa. Quest’ultimo, rinomato compositore, ha proposto brani originali di indubbio interesse ma, come prevedibile, le sue qualità di musicista sono state poste in ancora maggiore evidenza quando a quella della sua chitarra si è aggiunta la meravigliosa voce di Cécile. La cantante e chitarrista ha dimostrato, in particolare con l’interpretazione di una divertente filastrocca, di avere un ottima tecnica vocale, ma quello che affascina tutti per dolcezza e calore è il suo timbro. Forse più adatta alle melodie rinascimentali che alla musica latino americana, la voce della Cardinot ha comunque veramente conquistato il favore incondizionato degli spettatori, che hanno tributato a lei e a Olivier un vero trionfo.
Molto stimolante è stata, in seguito, la performance di Roberto Bettelli, sia per il filo conduttore che l’ha caratterizzata, sia per l’indubbia bravura dell’interprete. Il chitarrista di Gubbio, reduce da un accurato studio avente come oggetto le composizioni dei Beatles, ha presentato un’infinita scaletta di successi del mitico quartetto, tutti arrangiati in modo originale e pensato per le esibizioni live. Un lavoro di estremo interesse per i chitarristi di ogni livello, che si può trovare condensato nel cd Beatles Tribute. Tutti gli amanti della sei corde sanno suonare qualche pezzo targato Lennon-Mc Cartney, ma l’avere a disposizione una sequenza ragionata e degli arrangiamenti che non stravolgono le composizioni originali, rappresenta sicuramente un grande vantaggio. Dopo un’inaspettata, breve ma graditissima esibizione di Emanuele Grafitti, l’onore di chiudere la manifestazione è stato riservato a Raphael Fays che, in un solo brano ha condensato senza risparmio talento arte e virtuosismo. Terminata la XXIV edizione della Convention non resta che pensare alla prossima che avrà il compito di celebrare e festeggiare degnamente i venticinque anni di vita della manifestazione, la più longeva d’Italia dedicata alla chitarra in tutte le sue declinazioni.
SALONE DELLA LIUTERIA
I partecipanti al Salone della liuteria 2017 sono stati:
PHASELUS – LENGARDO www.phaselus.com
ESSETIPICKS di Stefano Tommasi www.essetipicks.com
ALBERTO BONAFINI facebook.com/albertobonafiniliutaio
GREAT OWL GUITARS di Maurizio Cuzzolin www.greatowlguitars.com
CARLOS e FRANCESCO MICHELUTTI www.micheluttis.com
ROBERTO CAMPACI www.campaciguitars.com
ERMANNO PASQUALATO www.weissenbornguitar.com
BAFFO ACOUSTIC GUITARS di Stefano Baccarini facebook.com/stefano.baccarini.96
FILBO S.n.c. di Mariangela Mauri e Bruno Nicolini & C. www.filbosnc.it
LUCIO BETTIOL www.luciobettiol.it
ACHILLE DE LORENZI www.adielleguitars.it
MOMOJIRIGUITARS di William Marinello www.momojigiriguitars.com
MAXMONTE GUITARS di Massimiliano Monterosso www.maxmonte.com
MANCINI GUITARS www.manciniguitar.it
SANGIRARDI E CAVICCHI www.sangirardiecavicchi.com
DAVIDE PUSIOL Guitarworks www.davidepusiol.com
MASSIMO DEL COL mdelcol@alice.it
ERREDI GUITARS di Roberto D’Elia facebook.com/errediguitars
MARCO LA MANNA facebook.com/MarcoLaMannaLuthier
ANDREA BADALUCCO www.facebook.com/AndbadGuitars
Maurizio dice
Un reportage perfetto!! Grazie
Redazione-FB dice
Grazie Maurizio e complimenti per il tuo lavoro!